L'economia circolare ha il suo Club

di Andrea Begnini

19/06/2020

Ci sono voluti centinaia di migliaia di anni perché la popolazione mondiale raggiungesse 1 miliardo di persone. Nel 2011, la popolazione globale ha raggiunto i 7 miliardi, e oggi si viaggia verso gli 8 miliardi. Solo questo dato basta a comprendere come tutto ciò comporti implicazioni di vasta portata per noi e per le generazioni future: i modelli di business tradizionali si basano principalmente sulla presunzione di risorse naturali infinite e su una produzione che delinea il consumo come direttamente connesso a uno smaltimento illimitato. Prendiamo, produciamo, consumiamo e smaltiamo. Ma il cambio di paradigma è necessario, il passaggio a un'economia di tipo circolare è una consapevolezza che coinvolge, ormai e si spera definitivamente, aziende, istituzioni e persone di tutto il mondo. Si strutturano sensibilità e reti transnazionali come il Circular Economy Club.

Il CEC è una rete internazionale di professionisti e di organizzazioni coagulati attorno ai temi dell'Economia Circolare con l'obiettivo di coinvolgere gli operatori di tutto il mondo per costruire reti locali forti e competenti in grado di progettare e attuare strategie locali circolari. Formalmente istituita a Londra da Anna Tarí nel 2012 come portale di aggregazione, la CEC è nata per offrire visibilità, strumenti, finanziamenti e connessioni alle iniziative di economia circolare, per condividere le migliori pratiche e avere un impatto a livello locale e globale assieme. Nel 2019 la rete ha raggiunto i 5.500 membri in 150 paesi ponendosi come obiettivi entro il 2022 quelli di riunire attori locali per creare strategie di economia circolare in 200 città, incorporare l'economia circolare in 200 curricula universitari, supportare 200 startup e aziende per implementare pratiche circolari, attraverso tutoraggio, finanziamenti e comunicazioni.

Tutto questo movimento attorno all'economia circolare ha come obiettivo quello di attivare una mobilitazione personale e d'impresa, quanto mai necessaria considerando che la consapevolezza sugli sprechi in termini di energia creano, oltre all'impatto ambientale, un aggravio di costi su cui ogni azienda può ed è chiamata a lavorare con decisione. Ma che non sembra ancora avere generato una piena consapevolezza sul valore intrinseco di quelli che sono gli scarti di produzione. Insomma, di economia circolare si parla ampiamente, ma la tematica dei rifiuti non è ancora entrata pienamente nel dibattito aziendale e nella sensibilità delle persone. Esistono manager per tutte le funzioni aziendali, dall'energia al settore umano, ma la gestione dei rifiuti raramente viene affrontata tramite un ufficio e delle competenze specifiche preposte. Il Circular Economy Club, in questo senso, offre un approccio pratico con i suoi contenuti formativi sull'economia circolare e la possibilità di accedere a una certificazione in questo settore. Il tutto attraverso un programma di autoapprendimento sui principi dell'economia circolare e sui modelli di business che possono essere sviluppati. È possibile, inoltre, partecipare alla crescita della rete aprendo un Capitolo CEC, ovvero un punto organizzativo per guidare la transizione verso un'economia circolare nella propria città, università, hub o azienda. Come aggregatore di strumenti circolari, la rete offre un accesso ai premi di settore, alla formazione scolastica, ai libri, alle metodologie, ai podacast e ai webinar, al tutoraggio, alla mappa dei CEC locali e agli eventi circolari in tutto il mondo.
 

Tag:  Circular Economy Clubeconomia circolare

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