L'economia circolare? L'unica transizione possibile

di Andrea Urbinati

27/01/2025


Oggi 27 gennaio alle ore 17.00 presso l'Auditorium della LIUC, a Castellanza (VA), avrà luogo la presentazione del libro La transizione delle imprese verso l'economia circolare (a cura di Andrea Urbinati, collana Università Cattaneo Libri, Guerini Next). Andrea Urbinati, Senior Assistant Professor di Sostenibilità ed Economia Circolare presso l’Università LIUC e Vicedirettore del Green Transition Hub, esplora dodici casi di imprese manifatturiere che hanno implementato good practice di sostenibilità e di economia circolare, mettendo in luce come sia possibile coniugare il successo economico con una riduzione significativa del proprio impatto ambientale e un maggiore benessere sociale.
Per gentile concessione dell'editore, pubblichiamo l'introduzione del libro scritta dall'autore.


In anni più recenti la transizione verso una economia più sostenibile sta diventando un must-have per le imprese al fine di affrontare con efficacia le grand challenges legate al cambiamento climatico e alle emissioni di gas serra in atmosfera, a una maggiore crescita economica e a un utilizzo più efficiente delle risorse naturali che il pianeta è in grado di offrire (Amoah et al., 2020).

Dell’importanza di tali sfide sono testimoni diverse iniziative dei policy maker a livello sovranazionale, come i diciassette Sustainable Development Goals definiti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 o la EU Taxonomy, che mira a orientare le decisioni di investimento verso una direzione più sostenibile e quindi di accelerare la transizione verso un’economia circolare in Europa e non solo, o ancora la nuova Direttiva Europea EU 2464/2023, anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo con lo scopo di spingere le imprese dell’Unione verso una maggiore trasparenza e accountability del loro business rispetto ai criteri ESG –Environmental, Social e Governance.

In particolare, con tali iniziative, l’UE intende consolidare le strategie e i piani d’azione per una più efficace transizione ecologica. Ad esempio, nel 2023 essa si è posta l’obiettivo – in materia di clima, energia, e trasporti – di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di diventare climaticamente neutrale entro il 2050 con un’economia a emissioni nette di gas serra pari a zero (Consiglio dell’Unione europea, 2023). Con un panorama di tale portata davanti agli occhi non si ha altra via se non quella di cogliere le opportunità che nuove traiettorie di sostenibilità stanno offrendo, come ad esempio l’economia circolare (Kirchherr et al., 2023). L’economia circolare è un nuovo approccio industriale verso la sostenibilità che è oggi al centro dell’attenzione perché intende farsi carico delle problematiche causate dal tradizionale modello economico lineare take-make-dispose, che rappresenta il principale artefice di una buona parte delle esternalità negative sull’ambiente e sulla società, precedentemente menzionate (Sharma et al., 2021). L’economia circolare ha l’obiettivo di ridurre il più possibile l’attività di estrazione delle risorse naturali dal pianeta dando alla Terra il tempo necessario per rigenerarle e quindi facilitare il reimpiego di materiali e componenti nelle attività di produzione, recuperando al massimo il valore incorporato nei prodotti, estendendone la loro permanenza all’interno del sistema economico (Ellen MacArthur Foundation, 2013). Così facendo i suoi propositi sono anche quelli di salvaguardare l’ambiente e la biodiversità attraverso una maggiore attività di riuso e condivisione e la generazione di meno rifiuti (Ruokamo et al., 2023), permettendo alla società nel suo complesso di prosperare senza dovere limitare le proprie esigenze di consumo (Oliveira et al., 2021).

Per implementare i principi dell’economia circolare, la letteratura esistente e i casi empirici di cui si dispone evidenziano come le imprese siano al cuore di questa trasformazione. Esse sono chiamate a innovare il loro modello di business e il loro posizionamento strategico sul mercato, attraverso l’adozione di pratiche manageriali che spaziano dal ridisegno dei prodotti e dei processi industriali, al ripensamento dei materiali impiegati nella produzione, fino a una graduale sostituzione dei combustili fossili con fonti di energia rinnovabile (Urbinati et al., 2017).

Per quanto riguarda l’ambito del ridisegno dei prodotti, ad esempio, si possono individuare alcuni interventi come il riuso, la riprogettazione, e il riciclo (Morseletto, 2020). Il ridisegno dei processi di produzione è poi un passaggio necessario per completare l’adozione di tali interventi. Il ridisegno dei processi può riguardare interventi di efficienza energetica e a esso associata l’implementazione di tecniche di Carbon Footprint (CF) e Life Cycle Assesment (LCA), per misurare l’impatto delle emissioni in atmosfera generate nei processi stessi o lungo il ciclo di vita di un prodotto (Mostert et al., 2021).

Tutto questo senza dimenticare di ripensare alla proposta di valore verso i clienti e ai meccanismi di interfaccia con essi, tenendo quindi conto anche del continuo mutamento delle abitudini di consumo e del passaggio a modelli sempre più di servizio anziché di proprietà del prodotto, che altresì facilitano la cosiddetta «responsabilità estesa del produttore» (Kunz et al., 2018). Importante quindi porre l’attenzione anche sulle modalità attraverso cui le aziende comunicano verso i propri clienti il valore dei prodotti e dei processi circolari che hanno sviluppato o stanno sviluppando, e come tale valore possa ritornare al produttore attraverso l’implementazione di meccanismi di reverse supply chain (Khitous et al., 2022).

A questo punto alcune domande sorgono spontanee. Come si fa a implementare l’economia circolare nelle imprese? Quali sono le azioni necessarie per un efficace ridisegno dei prodotti o dei processi? Quali sono i fattori abilitanti e le barriere che si possono incontrare?

Contribuire al dibattito circa la transizione (o la trasformazione) delle imprese verso un’economia più sostenibile e circolare è l’obiettivo di questo libro. Per farlo, sono stati studiati dodici casi di imprese manifatturiere operanti sul territorio lombardo o molto prossime a esso, che hanno implementato una serie di good practice di sostenibilità e di circolarità. L’analisi è stata focalizzata sui percorsi virtuosi che tali imprese hanno seguito, cercando di metterne in luce le principali linee di intervento, i fattori abilitanti e le barriere all’adozione.

Il libro è così articolato:
• Dopo questa breve Introduzione, viene riportata la metodologia che è stata impiegata per condurre l’analisi dei casi di studio.
• Successivamente, nei capitoli dall’1 al 12 vengono riportate in ordine alfabetico le dodici imprese oggetto di studio, dando evidenza delle good practice implementate e dei percorsi virtuosi da esse seguiti.
• Conclude il lavoro un capitolo interpretativo dove i casi studiati sono posti a confronto e in modo tale da estrarre un insieme di leve operative da azionare nel momento in cui un’azienda debba o voglia intraprendere la strada verso la sostenibilità e l’economia circolare.

L’analisi delle good practice e dei percorsi virtuosi per ciascun caso di studio è stata effettuata con il rigore scientifico che caratterizza la tradizionale attività di ricerca svolta in Università. Tale attività si riflette in un processo di «apprendimento» per fare ordine su temi tanto affascinanti quanto complessi, quali sono quelli della sostenibilità e dell’economia circolare. Quindi, i contenuti sviluppati in questo volume intendono fornire indicazioni agli attori del mondo dell’industria su come liberare il potenziale di vantaggio competitivo offerto dall’implementazione di questi approcci.
 

Tag:  Andrea Urbinatieconomia circolareLIUC Università Cattaneosostenibilitàtransizione circolareUniversità Cattaneo Libri

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