L'economia della biodiversità per una gestione sostenibile delle foreste

di Andrea Begnini

19/01/2021

Lago superiore di Fusine, Friuli-Venezia Giulia, Credits: Giorgio Comuzzi
La compromissione o il mancato ripristino che l'uomo apporta al funzionamento degli ecosistemi produce costi molto elevati che sono anche monetizzabili: il rapporto The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB), sviluppato dalla Commissione Europea assieme al Governo tedesco e a diversi altri partner, stima una perdita annua di PIL globale pari a 50 miliardi di dollari all'anno, con un calo potenziale del 7% del PIL entro il 2050 solo per la perdita delle biodiversità. L'appena nato progetto LIFECO2PEF&PES, cofinanziato dal Programma LIFE della Commissione Europea, ha come obiettivo proprio la conservazione della foresta e di tutti gli ecosistemi che all'interno di essa producono vita.

Due sono le principali azioni attivate con il programma: “la gestione forestale sostenibile e climaticamente intelligente, che manterrà alto il ritmo di assorbimento di carbonio selezionando gli alberi più idonei ad assorbire velocemente CO2 e a produrre risorse rinnovabili come il legno, oltre che la prevenzione dal rischio di diffusione degli incendi e dei danni da tempesta e altri servizi ecosistemici”. Più in dettaglio, la PEF (Product Environmental Footprint) “studia gli aspetti ambientali e gli impatti potenziali durante l'intero ciclo di vita del prodotto: dall'acquisizione delle materie prime alla trasformazione, fino alla distribuzione e al consumo da parte del cliente, nonché allo smaltimento degli scarti, includendo in ognuna di queste fasi gli impatti ambientali derivanti dal trasporto”. 

Una foresta gestita con un prelievo di legno pianificato secondo i criteri della gestione forestale sostenibile, nel rispetto dei processi ecologici e della biodiversità “vede incrementare la sua resilienza climatica e mantiene alto il proprio tasso di assorbimento della CO2. L'essenziale in queste attività è fare in modo che gli interventi di prelievo di legno siano anche e soprattutto interventi a sostegno dei servizi ecosistemici”. Il progetto LIFECO2PES&PEF nasce al fine di promuovere e supportare i sistemi forestali nello stoccaggio di CO2 e nella prevenzione dei rischi di incendio e schianti attraverso 3 obiettivi specifici e misurabili: ”l'identificazione di un set di servizi ecosistemici e la valutazione dei loro benefici nelle aree forestali indicate, il miglioramento del sistema produttivo del legno, la misurazione del carbon stock e del carbon sink delle aree rappresentative e la valutazione delle attività addizionali che permettono l'incremento dei servizi ecosistemici in un periodo di almeno 100 anni”. Per fare questo, in Italia verranno presi in considerazione e valutati i servizi ecosistemici presenti in tre precise aree forestali, rappresentative dell'area alpina e appenninica: “il Demanio Forestale Forlivese, area forestale della Regione Emilia-Romagna di 24.000 ettari che include al suo interno anche delle aree parco; il Consorzio delle Comunalie Parmensi, area forestale della Regione Emilia-Romagna di circa 8.000 ettari di cui 2.000 sono certificati PEFC; la proprietà Regionale di Fusine, area forestale della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia di 2.000 ettari che è certificata PEFC”.

Per saperne di più: https://lifeco2pefandpes.eu/
 

Tag:  biodiversitàboschi e forestegestione forestale sostenibileLIFECO2PEF&PES

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