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Liguria: con PRiSMaMed le prime linee guida per una pesca circolare
Liguria: con PRiSMaMed le prime linee guida per una pesca circolare
di Andrea Begnini
03/08/2020
La Regione Liguria ha presentato gli interventi collegati al progetto europeo PRiSMaMed (Piano Rifiuti e Scarti in Mare di pesca, acquacoltura e diporto nel Mediterraneo), stilando, di fatto, le prime linee guida in Italia per lo smaltimento dei rifiuti della pesca. Il progetto, finanziato nell'ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Italia-Francia Marittimo, agisce su un contesto in cui ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti finiscono in mare o in ambito portuale: “La comunità scientifica già dagli anni ’70 ha prestato attenzione a tale fenomeno, noto come marine litter: qualsiasi materiale durevole prodotto dall’uomo e abbandonato nell’ambiente marino”. Tra i rifiuti di pesca, acquacoltura e diporto rientrano rifiuti speciali come batterie e oli motore, rifiuti organici e rifiuti raccolti in mare (plastica, vetro, carte e cartoni, tessuto, legno, materiale ferroso). “Attualmente, nei porti questi rifiuti hanno una gestione disorganizzata: non sono disponibili spazi per lo stoccaggio e non esistono modalità operative per lo smaltimento. Completamente assenti le pratiche di riutilizzo della frazione organica. A causa di ciò, i pescatori che raccolgono rifiuti dal mare, non trovando a terra strutture adeguate, li abbandonano nuovamente in acqua, contribuendo ad aumentare i problemi ambientali anche nelle aree portuali. Inoltre, lo sversamento delle frazioni oleose e organiche causa consumo di ossigeno disciolto, eutrofizzazione, odori sgradevoli”.
Il primo passo sarà quello di coinvolgere e, se necessario, implementare l’attuale raccolta rifiuti di due aree di carenaggio presenti nella Fascia di rispetto di Genova che verranno inserite nella filiera di riciclo. Si tratta di circa 2 mila metri quadrati di superficie e 1000 barche interessate. In un secondo momento sarà aggregata la nuova area di raccolta abbinata ai nuovi spazi destinati ai pescatori professionisti di Multedo. In ultimo arriveranno delle postazioni che Amiu istallerà lungo tutta la passeggiata, per le aziende, ma anche per i cittadini. L'obiettivo è quello di ridurre drasticamente l’impatto dei rifiuti sull’ambiente marino, sfruttando l’opportunità di attivare la leva economica del riciclo, trasformando un costo in un’opportunità. In questo senso, il progetto ha previsto una prima fase nella quale sono stati raccolti oltre 700 questionari rivolti a pescatori, acquacoltori, diportisti e autorità portuali che sono serviti per identificare le azioni e i soggetti che potranno contribuire al risanamento dell’ecosistema marino. Ha spiegato l'assessore all’Ambiente e Rifiuti del Comune di Genova Matteo Campora: “L’intervento ci consentirà di razionalizzare la raccolta dei rifiuti dell’intera Fascia di Rispetto. Oltre all’avvio delle operazioni dedicate alla gestione dei rifiuti, per Genova è molto importante il raggiungimento di una soluzione definitiva per lo spostamento dei pescatori professionisti di Multedo, le cui attuali aree saranno coinvolte dal ribaltamento a mare di Fincantieri. Per questo abbiamo trovato loro la locazione in un’area di 2 mila metri quadrati a confine della Fascia di rispetto, dove potranno avere gli alaggi per le barche e gli spazzi per uffici e magazzini. Proprio in queste arre sarà allestita anche la zona dedicata alla raccolta e allo stoccaggio dei rifiuti”.
L'assessore regionale all'Agricoltura e pesca Stefano Mai ha, infine, chiarito: “Sostanzialmente creeremo una vera e propria gestione organizzata dei rifiuti generati dalle attività connesse alla pesca e alle attività da diporto, come reti, oli esausti, ma anche di tutti i rifiuti che verranno pescati in mare. Purtroppo, sempre più spesso i pescatori professionisti e amatori si trovano a recuperare plastica, gomma e molti altri rifiuti dannosi per l’ecosistema marino. Il lavoro svolto fino a oggi ci ha consentito di creare le prime linee guida in Italia per la gestione a terra dei rifiuti pescati e prodotti nei porti. Con questo documento otteniamo due obiettivi importanti e sopperiamo a delle mancanze nazionali che si sono perpetrate per troppo tempo. Prima di tutto, potremo finanziare progetti simili anche con i fondi FEAMP per tutti i porti e approdi liguri. Secondo, i rifiuti pescati in porti gestiti da Autorità portuali prima venivano classificati come rifiuti speciali e lo smaltimento era a carico dei pescatori, ora, invece, vengono presi in carico dal gestore del servizio rifiuti identificato da ogni singola Autorità. Per i piccoli porti e approdi, invece, questi rifiuti vengono assimilati ai rifiuti urbani, sgravando anche in questo caso i pescatori. Si tratta di un risultato importantissimo che mette la Liguria in una posizione di avanguardia rispetto a tutta Italia”.
http://interreg-maritime.eu/web/prismamed
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economia circolare
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