L'Italia è seconda in UE con il 21,6% di materia utilizzata proveniente da riciclo

di Redazione

15/11/2022


Mentre a livello europeo il rapporto tra uso di materia proveniente da processi circolari e uso complessivo di materia si attesta al 12,8%, in Italia tale valore, che si attesta al 21%, è secondo solamente a quello della Francia (22,2%) e di quasi dieci punti percentuali superiore a quello della Germania (13,4%). Sono alcuni dei risultati delle utilities associate a Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) che emergono dall’edizione 2022 dello studio Utilities protagoniste della transizione ecologica: le sfide dell’economia circolare. I dati - relativi al 2020 - sono riferiti a un campione rappresentativo che, per i servizi idrici e ambientali, interessa rispettivamente piu di 37 e circa 24 milioni di abitanti e per il quale si sono rilevati almeno 182 milioni di euro di investimenti annui per il perseguimento dell’economia circolare, soprattutto tramite impianti. Tra gli altri risultati ottenuti spiccano i 160 milioni di metri cubi di biogas prodotti, un tasso di recupero dei fanghi di depurazione pari all’87% e un tasso di rifiuti avviati a riciclo superiore al 90%. 

Spiega il presidente di Fondazione Utilitatis, Stefano Pareglio: “Nello studio si evidenziano alcuni risultati eccellenti delle utilities italiane e in generale del nostro Paese: in particolare, l’attitudine a un uso responsabile delle risorse, che ci pone ai vertici europei. D’altro canto, serve un deciso cambio di passo nelle politiche e nella regolazione, assegnando un maggiore rilevanza alle innovazioni e agli investimenti che consentono di risparmiare materia ed energia, stimolando la crescita economica, abbattendo i costi per imprese e famiglie nel medio termine e concorrendo alla sicurezza degli approvvigionamenti”. 

L’edizione 2022 della ricerca pone anche una maggiore attenzione per alcune strategie che vanno oltre il riciclo: l’ecodesign, utile per abilitare maggiore riparabilita, riutilizzabilita e riciclabilita dei prodotti, la logistica inversa, come i sistemi di deposito e restituzione (sistemi DRS o vuoti a rendere) e le piattaforme di riparazione, upcycling e additive manufacturing dei materiali, per ottenere prodotti finali di valore o qualita pari o superiore agli elementi che li compongono.

Per quanto riguarda l'economia della riparazione e dell'upcycling, in Italia nel 2019 si contavano 49.524 imprese attive nel settore della riparazione, l'1,45% del totale delle imprese italiane, approssimativamente in linea con la media europea. Queste imprese impiegano 160.000 lavoratori (poco più dell'1% della forza lavoro nazionale riferita all'economia aziendale non finanziaria) e producono circa 6,3 miliardi di euro di valore aggiunto (circa lo 0,8% del valore aggiunto complessivo generato nell'economia aziendale non finanziaria): si tratta in gran parte di micro-imprese, che negli anni recenti stanno avanzando un trend di integrazione e scale-up, per il quale il potenziale è ancora largamente inesplorato. Per Giacomo Salvatori, Direttore R&A Unit Economia Circolare di AGICI, “il nostro studio è uno stimolo e una provocazione per le imprese e per i policy maker: partiamo dalle eccellenze nel riciclo e spingiamoci un passo oltre, costruendo competitività, innovazione e impiego qualificato per il Paese, rimuovendo i colli di bottiglia normativi e facendo rete in nome dell'efficienza delle risorse”. 
 

Tag:  Bilancio di SostenibilitàFondazione UtilitatisManifesto di sostenibilitàmateriali riciclatiPlastica riciclabilerating di sostenibilitàricicloRiciclo acciaioriciclo del cartonericiclo del vetroriciclo della plasticasostenibilitàSostenibilità 2030Sostenibilità ambientaleUtilitalia

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share