L'UE approva il ripristino degli ecosistemi con la Nature Restoration Law

di Redazione

21/06/2023


Il Consiglio UE ha raggiunto un accordo su una proposta di legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). La proposta mira a mettere in atto misure di ripristino che copriranno almeno il 20% delle aree terrestri e il 20% delle aree marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. L'approccio generale servirà come mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della legislazione. L'Italia ha votato contro.

Il documento stabilisce obiettivi e obblighi specifici, giuridicamente vincolanti, per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, dai terreni agricoli e dalle foreste agli ecosistemi marini, d'acqua dolce e urbani. Il testo del Consiglio prova a costruire un equilibrio tra il mantenimento di obiettivi ambiziosi per il ripristino della natura e la flessibilità per gli Stati membri nell'attuazione del regolamento, mantenendo condizioni di parità e riducendo gli oneri amministrativi.

Il Consiglio ha concordato che gli Stati membri mettano in atto misure di ripristino che portino in buone condizioni almeno il 30% degli habitat degli ecosistemi terrestri, costieri, d'acqua dolce e marini deteriorati entro il 2030. Gli Stati membri dovrebbero tuttavia stabilire misure di ripristino per almeno il 60% entro il 2040 e per almeno il 90% entro il 2050 dell'area di ciascun gruppo di habitat che non è in buone condizioni.

Per gli habitat terrestri, gli Stati membri avranno tempo fino al 2030 per determinare il 90% delle condizioni degli habitat. Per gli habitat marini, il 50% delle lacune conoscitive dovrà essere colmato entro il 2030. Le condizioni di tutti gli habitat dovranno essere note entro il 2040, ad eccezione dei sedimenti molli per i quali il termine è esteso al 2050. La proposta contiene anche obblighi specifici per gli ecosistemi, per i quali il Consiglio ha introdotto diverse flessibilità. Ma ha mantenuto il requisito di "nessuna perdita netta", che prevede che entro il 2030, rispetto all'entrata in vigore del regolamento, non si verifichi alcuna perdita netta di spazio verde urbano e di copertura arborea urbana, a meno che gli ecosistemi urbani non abbiano già più del 45% di spazio verde.

Il Consiglio ha aggiunto un nuovo articolo che prevede che la pianificazione, la costruzione e il funzionamento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, la loro connessione alla rete e le relative strutture di rete e di stoccaggio, si presume abbiano un interesse pubblico prevalente. Ciò significa che questi progetti beneficerebbero di una deroga agli obblighi di miglioramento continuo e di non deterioramento. Inoltre, gli Stati membri potrebbero esentarli dall'obbligo di dimostrare che sono disponibili soluzioni alternative meno dannose, se è stata effettuata una valutazione ambientale strategica. 

Ha commentato WWF Italia: “Questa decisione è fondamentale, alla luce degli impegni sottoscritti per la Strategia Globale sulla Biodiversità della Convenzione sulla Biodiversità e degli obiettivi sul clima all’interno del Green Deal, dato che l’Unione Europea rischia di non riuscire a raggiungerli senza questa nuova legge. Il testo approvato risulta un po’ indebolito rispetto all’impianto originario: sarà compito della presidenza spagnola, che avrà inizio il 1° luglio 2023, farsi portavoce di obiettivi ambiziosi per la Nature Restoration Law, lavorando sulla posizione adottata oggi ed evitando ulteriori indebolimenti nei successivi passaggi”.

Ma denota anche una delusione per il voto contrario del'Italia: “In questa giornata di gioia, dobbiamo però registrare come italiani la profonda delusione per il voto contrario dell’Italia attraverso il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. È inspiegabile la posizione dell’Italia che, essendo uno dei Paesi a più alta biodiversità di tutta l’Europa, dall’entrata in vigore della Nature Restoration Law potrà avere effetti positivi, non solo per la natura e l’ambiente, ma anche per la stessa economia”.
 

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