L'Umanesimo dell'Economia Circolare

di Davide Foschi

09/09/2019

Spesso mi chiedono il motivo per cui l’economia circolare rappresenti il sistema finanziario ideale per gestire il nostro presente ed il nostro futuro. Badate bene, cari lettori, alla sottigliezza della questione: diversi anni fa la domanda ricorrente sarebbe stata se l’economia circolare avrebbe potuto offrire davvero una soluzione, o meglio la soluzione. Oggi, constatata e riconosciuta universalmente e nei fatti la sua validità, ci stiamo addentrando nella comprensione dei motivi, oserei dire filosofici e sostanziali, che ne spiegano l’effettiva efficacia. E allora, da artista, da pensatore e da studioso dei miti, non mi resta che spiegare la funzionalità dell’economia circolare attraverso il migliore degli esempi possibili, peraltro quello che conosco meglio, quello dell’Arte e della Cultura e per farlo, abbiate pazienza, ricorro ad una premessa indispensabile. 

Millenni or sono i nostri antenati, attraverso la “scoperta” dell’Arte (perché di scoperta si tratta e non di invenzione) avvenuta con le prime incisioni rupestri, le arcaiche statuette votive, le danze e i ritmi divinatori, iniziarono di fatto il loro lungo cammino umanistico, separandosi definitivamente da quello che era  il percorso compiuto dal resto del regno degli altri esseri viventi del nostro pianeta. Fu quindi la scoperta del sacro, inteso nel suo significato più laico e areligioso e che trova origine proprio dall’antica  radice accadica indoeuropea saqru (letteralmente elevato, termine che riporta alla rappresentazione ideale del sommo bello, del buono e del vero, estesi ad una dimensione temporale infinita) a determinare la nascita effettiva dell’evoluzione della coscienza umana. 

La Coscienza del Tempo (e quindi dell’eterna Bellezza che ha in sé Giustizia e Verità) in altre parole fu il primo passo del cammino del nostro simbolico Graal. Il fanatismo religioso secolare prima e l’ondata di scientismo moderno poi hanno spostato e offuscato di molto l’argomento, tra unilateralismi creazionisti e relativismi evoluzionistici. L’essere umano sta nel mezzo, tra l’alto e il basso, tra cielo e terra; come sappiamo spesso l’unidirezionalità è invece la via più facile per non vivere nella difficoltà dell’incertezza. Il dubbio terrorizza. Per entrare nel dettaglio, per esempio, ricordiamo che l’applicazione delle invenzioni tecniche per dominare lo spazio è specialità ben più antica rispetto alla nostra nel resto del regno animale, che invece è del tutto privo di una concezione temporale cosciente assimilabile alla nostra. In altre parole, l’inizio dell’Umanesimo ha coinciso con il disvelamento del senso del Tempo dopo la lunghissima fase della scoperta dello Spazio. Non è un caso che nella mitologia greca Crono (Κρόνος), il grande dio del Tempo (il Saturno dei romani) è il diretto figlio di Urano (Cielo) e Gea (Terra) cioè della totalità dello Spazio. Sempre originata direttamente da Urano è Afrodite (Venere), non altrettanto a caso la dea della Bellezza. Potremmo dire quindi che l’Arte è a sua volta la rappresentazione concreta e umana della “scoperta del tempo”, della bellezza e dell’infinito.
 
Da quei tempi remoti in poi, l’essere umano ha sempre cercato, pur con tutte le sue laceranti difficoltà, di far convivere queste due anime durante la propria evoluzione. Ogni qual volta nel corso della propria storia l’uomo sia riuscito a trovare quel punto magico d’incontro tra Arte e Tecnica, tra tempo e spazio, tra cultura e scienza, è riuscito a compiere un ulteriore, consistente ed effettivo passo evolutivo. Il mondo dell’economia è probabilmente il campo più complesso in cui applicare con intelligenza e sensibilità queste due risorse umane: d’altro canto è anche quello più decisivo per le sorti del genere umano. L’economia è nata da subito come tecnica legata allo spazio (οἶκος casa e νόμος legge, cioè organizzazione dell’utilizzo delle nostre risorse, di per sé sempre limitate) e infatti, anche se da noi codificata, è da sempre stata utilizzata dal resto degli esseri viventi, vegetali e animali, per garantirsi la sopravvivenza.
Quando una specie si trova nella situazione di non aver più a disposizione determinate risorse si adatta (evoluzione darwiniana) fisicamente e geneticamente, attraverso la selezione dei suoi elementi più consoni, al nuovo ambiente. L’essere umano invece, e non solo in campo economico, sta tentando ancora una volta il grande esperimento di non soggiacere alle leggi naturali della selezione della specie (che è sempre la regola più facile appunto, in quanto garantisce la sopravvivenza dei pochi e dei migliori di fronte ad un’estrema scarsità di beni disponibili) ma di vincerla attraverso l’apporto della visione Umanistica che trova nel bello, nel buono e nel vero la formula completa per affrontare, oltre alla dimensione spazio, la dimensione tempo; oltre alla quantità, la qualità; vivere, in poche parole, anziché sopravvivere. 

Ecco perché l’Economia circolare è figlia dell’Arte oltre che della Scienza. L’opera d’Arte è tale se sa affrontare e conquistare il Tempo: le idee, i sentimenti, le intuizioni che deve evocare un’opera d’Arte attraversano i secoli, i millenni, sono proiettati all’infinito. Non è vero che l’Artista pensa a sé quando crea la propria opera e neppure ai suoi fruitori o committenti: il vero Artista pensa al passato e al futuro, al fatto che la sua opera ha in sé antiche radici, nasconde il dialogo invisibile con i Maestri, riutilizzando le loro idee senza mai gettar via nulla, inoculandole del proprio spirito e rilanciandole in un tempo infinito. Il vero Artista, alla smisurata ricchezza e alla popolarità immediata, preferisce di gran lunga la fama e la stima, non solo presente ma anche futura, dopo la propria dipartita da questo mondo. L’Artista vuole lasciare un segno positivo per l’eternità, vuole lasciare un’eredità che serva all’evoluzione di chi verrà dopo di lui. 

Lo Scienziato che affronta allo stesso modo e con lo stesso spirito il mondo dei numeri è anche un Artista; l’Artista che affronta in questo modo il mondo del bello, del buono e del vero è anche uno Scienziato; ecco in cosa consiste la grandezza effettiva e modernissima, per esempio, di un Maestro come Leonardo da Vinci. 
Abbiamo bisogno quanto mai di Artisti Scienziati e di Scienziati Artisti per evolvere come genere umano: ecco perché l’Economia circolare è una disciplina profondamente e intrinsecamente  artistica oltre che scientificamente inopinabile ( e per questo vincente): perché non tiene conto solamente della dimensione Spazio; perché ha studiato il passato; perché sta affrontando e analizzando il presente da ogni prospettiva; perché progettando il futuro funziona già ora e perché lascerà un’eredità positiva agli esseri umani che verranno dopo di noi.
Linearità. Finito. Spazio. Scienza.
Circolarità. Infinito. Tempo. Arte.
Questa è l’Economia Umanistica.
 

Tag:  economia circolare

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