Lunga vita ai telefoni: il modello Secondhand, un hub di rigenerazione

di Andrea Begnini

12/04/2021


Lo smartphone. Un piccolo oggetto per l'uomo e, alla fine, un grande rifiuto per l'umanità. E in mezzo? L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica ogni anno i dati del suo osservatorio e ci dice che ci sono oltre 103,6 milioni di sim attive in Italia. Il Mobility Report di Ericsson dice, invece, che, a livello globale, sono circa 6 miliardi le persone che hanno un telefonino (7,9 miliardi le sim). Il Global Digital Report 2021 dice, infine, che gli smartphone sono presenti nelle tasche del 97% di noi italiani, mentre tre persone su quattro utilizzano desktop o laptop. Insomma, è l'oggetto più presente nelle nostre vite, così aderente che non riusciamo a staccarcene nemmeno di notte tenendolo accanto al letto come sveglia. Anche se, prima o poi, solitamente prima visto il rapido deterioramento delle batterie e dei gusti, arriva il momento del distacco. E in quanto e-waste, ovvero scarto di device e di strumenti elettronici, ovvero ancora il tipo di rifiuti più in aumento nel mondo, finisce in discarica. Si stima che, entro il 2050, ogni anno nel mondo verranno prodotte oltre 120 milioni di tonnellate di questi rifiuti, mentre oggi siamo ancora a 50 milioni di tonnellate, poco più di 6 chilogrammi per ogni persona sul pianeta. Il secondo posto in cui finiscono gli smartphone usati dopo le discariche? Dentro i nostri cassetti. Wiko, brand franco-cinese di smartphone, ha condotto un sondaggio secondo il quale il 91 per cento degli intervistati preferisce non separarsi dai suoi device anche dopo aver smesso di utilizzarli, per conservare i dati personali, per non affrontare il lutto della separazione e anche, un po', perché non sa dove e come smaltirli.

Che resti in discarica o dentro il cassetto, lo smartphone rappresenta una vera e propria miniera di metalli e terre rare: al suo interno ci sono almeno 55 grammi di materia che, per essere prodotta, passa dell’estrazione diretta dalla terra e fino a 60 elementi della tavola periodica. Un concentrato che spiega come i rifiuti elettronici rappresentino solo il 2% dei flussi di rifiuti solidi, ma possano raggiungere il 70% dei rifiuti pericolosi che finiscono in discarica. Inoltre, entro il 2040, le emissioni di carbonio derivanti dalla produzione e dall’uso di elettronica, inclusi pc, laptop, monitor, smartphone e tablet, raggiungeranno il 14% delle emissioni totali. È, quindi, proprio su questo oggetto totem della nostra esistenza che occorre fare una riflessione, soprattutto considerando che in media cambiamo il nostro telefonino una volta ogni due anni e che, come tanti altri prodotti, i dispositivi elettronici possono godere di una seconda vita secondo modelli di vendita che, come quello italiano di Secondhand Mobile, sono dedicati a smartphone, tablet e computer rigenerati, ricondizionati o refurbished. Un mercato che, secondo il report Deloitte, arriverà nel 2024 a superare le 351 milioni di transazioni per un valore di 65 miliardi di dollari. 

Secondhand Mobile nasce nel 2018 per offrire al mercato un’alternativa al nuovo e consentire così a chiunque di dotarsi di dispositivi hightech a prezzi più accessibili, valorizzando il proprio dispositivo usato ed evitandone la dispersione nell’ambiente. Basandosi su una relazione col cliente che viene assistito pre e post vendita anche con un'app dedicata, Secondhand nel 2020 ha generato un mercato di oltre 16.500 device usati venduti in 130 punti vendita. Strumenti levati alle discariche e ai comodini che producono un risultato non indifferente in termini di risparmio ambientale: secondo il rapporto del European Environmental Bureau 2019, se il ciclo di vita di smartphone o computer venisse allungato di appena un anno si potrebbe risparmiare al pianeta il corrispettivo di 2 milioni di emissioni equivalenti. Se invece il ciclo di vita si allungasse di cinque anni, il risparmio equivarrebbe all’eliminazione di 5 milioni di automobili dalle strade per un intero anno. Anche perché il rinnovo compulsivo dei modelli comporta una crescita esponenziale dei loro consumi: secondo dati diffusi da Apple, un iPhone 7 Plus causa il 10% di emissioni di CO2 in più rispetto a un iPhone 6S che, a sua volta, causa il 57% di emissioni in più rispetto al vecchio 4S. In questo senso, modelli di rigenerazione come quello di Secondhand consentono di lavorare a una maggiore circolarità del dispositivo favorendo sia la cessione e la valutazione del proprio sia l’acquisto di un usato garantito, più recente e performante, con un settimana di tempo per provare il prodotto e una garanzia di 12 mesi.
 

Tag:  economia circolaree-wastericondizionamentoSecondhand Mobile

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