Lunga vita alla vita di quartiere: la sostenibilità a portata di mano

di Andrea Begnini

29/12/2020

La ville du quart d'heure. Credits: paris.fr

Contrordine: commercio di prossimità, policentrismo e tutto a portata di mano, senza stress e senza ressa. Siamo cresciuti con l'idea di uno sviluppo delle città in forma di irradiazione chilometrica, di mezzi pubblici sempre più rapidi per collegare centro e periferie sparse, di valori immobiliari a degradare partendo dalle downtown, di ipermercati giganteschi da raggiungere dentro autostrade a sei corsie. Complice la pandemia che ha accelerato una tendenza decisamente già sottotraccia, ecco, invece i superblocks pedonali di Barcellona, l'Every One Every Day per ricompattare socialmente l’Est di Londra e la ville du quart d’heure (città del quarto d’ora): un progetto lanciato dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo in tempo di rielezione e teorizzato dal docente della Sorbona Carlos Moreno con l'idea che vivere in città frammentate, in cui spesso lavoriamo lontano da dove viviamo, dove non conosciamo i nostri vicini, dove siamo soli, dove soffriamo, non sia più il migliore dei mondi possibili. L'idea proposta è quella di una metropoli in cui nel tuo quartiere puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno in 15 minuti da casa: un grande strumento di mobilitazione ecologica e di qualità della vita quotidiana degli abitanti a cui si può tranquillamente aggiungere l'evidenza di una riduzione della pressione sui sistemi di trasporto pubblico, anello delicato in tempo di epidemie. Quindi, spazi comuni di qualità, riqualificazione delle strade, scuole di livello, centri medici anche piccoli ma collegati in telemedicina con i grandi poli ospedalieri, possibilità di lavorare da casa con infrastrutture eccellenti, insediamento di nuovi servizi collettivi a beneficio di tutti.

Il Portland Plan, collegato al piano climatico della città dell’Oregon, prevede che entro il 2030 il 90% degli abitanti potrà facilmente raggiungere da casa, a piedi o in bicicletta, tutti i servizi indispensabili in una ventina di minuti. Stesso discorso per il progetto twenty minutes neighborhood di Melbourne che punta al decentramento di una città in cui ogni quartiere è pronto a incoraggiare la mobilità attiva e a fornire alloggi a prezzi accessibili, oltre a campi da gioco, scuole, ospedali, punti di vendita al dettaglio per creare comunità vitali e non virtuali. Dai venti minuti di Melbourne si scende ai 5 di Copenaghen con five minutes to everything, un progetto nato per trasformare la vecchia area portuale di Nordhavnen in un quartiere attraente con non meno di 40.000 residenti. Si tratta di uno dei più grandi progetti di sviluppo urbano degli ultimi tempi sia dal punto di vista della costruzione che da quello della sostenibilità: tutte le strutture sociali potranno essere raggiunte in non più di cinque minuti, compresi la scuola, l'asilo nido, la drogheria o altri negozi e la metropolitana, perché l'approccio della città di Copenaghen al trasporto sostenibile è quello di incoraggiare l'uso di biciclette e i mezzi di trasporto pubblico.

A Genova, invece, si parla di 2, quanti sono i chilometri del nuovo concetto di riqualificazione della città. Un programma di restyling che parte dalle zone ex industriali del porto antico fino al centro storico, con il collegamento al fronte mare di Levante, piste ciclabili e mobilità elettrica. Il tutto per creare attrattiva soprattutto per la popolazione studentesca e render la città un hub di formazione diffusa. Le spese per sostenere quest’operazione di marketing territoriale, quantificate in oltre 200 milioni di euro, saranno sostenute, sulla carta, dai fondi europei Ponmetro, dai finanziamenti avanzati per la ricostruzione del Ponte Morandi e dal Recovery fund.
 

Tag:  città sostenibilecommercio di prossimitàla ville du quart d'heurePortland Planriqualificazione urbanasostenibilità

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