Milano capitale “circolare” d’Italia

24/06/2019

di Claudia Ceccarelli

Una volta individuata l’economia circolare, fondata sul riutilizzo delle risorse e sulla riduzione degli sprechi, come nuovo paradigma di sviluppo ed unica via per non consumare il nostro pianeta e il nostro futuro, occorre comprendere come tradurre in atto questa profonda trasformazione che investe l’intero sistema produttivo, le scelte politiche attuate dai diversi livelli di governo e i comportamenti quotidiani di tutti i cittadini.

Il Cesisp, Centro di Economia e regolazione dei servizi, dell’industria e del settore pubblico dell’Università di Milano-Bicocca, diretto da Massimo Beccarello, ha avviato un percorso di ricerca che parte dall’assunto fondamentale che le prime realtà in cui si determinano le condizioni di base per dare concretezza ai principi della circolarità economica sono le comunità locali. La ricerca mira dunque a elaborare criteri di valutazione per poter misurare le politiche amministrative che si adottano, al fine di individuare eccellenze, punti di forza, debolezze e vere e proprie criticità, e quantificarne così gli effetti in termini ambientali ed economici generali. 

Nello specifico, i ricercatori di Milano-Bicocca hanno studiato un sistema di misurazione dell’economia circolare nelle prime 10 città italiane, con una popolazione superiore ai 300mila abitanti. Si tratta, in ordine alfabetico, di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. Sono città che spesso scontano problemi di inquinamento ambientale, legati sia alle diverse attività produttive sia alla mobilità urbana; città che cercano comunque di essere attrattive per i propri abitanti, a partire dai livelli occupazionali che possono garantire; e che spesso cercano di superare le differenze tra centro e periferie, proponendo rinnovate forme di pianificazione urbana. Città, in sostanza, che per le loro dimensioni rappresentano i luoghi critici delle molteplici sfide imposte dai tempi attuali, e che in questo possono trovare la spinta propulsiva per imboccare e percorrere con decisione la via del nuovo modello di sviluppo sostenibile ed eco-compatibile.  

  
Gli indicatori di circolarità   

“Abbiamo costruito una serie di indicatori – spiega Giacomo di Foggia, uno dei ricercatori – per dare un contenuto numerico ai 5 cluster o pilastri dell’economia circolare, che sono il riutilizzo delle risorse, la condivisione sociale, la sostenibilità ambientale, la condivisione dei beni e l’uso efficiente di beni e risorse”.

Questi cinque pilastri sono stati infatti tradotti in venti indicatori condivisi di circolarità, che consentono di quantificare sempre più analiticamente i vari segmenti in cui può esplicarsi l’azione amministrativa, a cui tocca il compito di promuovere, incentivare, creare condizioni, programmare interventi e individuare priorità, indirizzando così il comportamento quotidiano dei cittadini e l’andamento generale della vita della comunità. Lo sviluppo di un “indice di circolarità” consente di dotarsi di uno strumento a supporto per analisi e valutazioni di impatto regolatorio propedeutiche allo sviluppo di policy di economia circolare, come indicato dalla normativa europea e nazionale. Gli stakeholder, che sono amministratori, imprese e investitori, potranno così disporre di strumenti operativi e comparativi in virtù dei quali identificare, valutare e confrontare le performance di intere aree urbane.

“Si deve partire da una valutazione di quanto è stato fatto e di quanto si deve fare a livello locale – prosegue Di Foggia  – ed è importante iniziare da una mappatura delle politiche di prossimità che toccano il cittadino”. Scopo della ricerca è fornire una misurazione dell’efficacia delle città, che diventando sempre più popolose e grandi, hanno il compito di restituire quello che hanno preso e prendono in termini di energia, acqua e smaltimento dei rifiuti.    

“Il nostro studio – concludono i ricercatori del Cesisp – ha l’obiettivo di fornire e sviluppare strumenti per supportare i decisori locali regionali e statali per comprendere il posizionamento del nostro Paese e, soprattutto, avere dei primi strumenti di analisi di impatto per promuovere un impianto normativo efficace basato sulla consapevolezza della realtà.”


Milano la città più circolare d’Italia 

Applicando gli indicatori individuati alle 10 città italiane con più di 300 mila abitanti, Milano risulta essere la città più ‘circolare’. 

I suoi punti di forza risiedono nell’offerta e nell’utilizzo del trasporto pubblico e dei servizi di car sharing, nell’efficienza della rete idrica, nell’alto livello di raccolta differenziata e nell’alto fatturato delle attività di vendita dell’usato. Al secondo posto troviamo Firenze, che emerge per le politiche di responsabilizzazione del cittadino, il numero di colonnine pro capite di ricarica per le auto elettriche e i tanti cittadini impegnati nel volontariato. Al terzo posto la città di Torino, che si trova prima per efficienza energetica e qualità dei sistemi di depurazione.

Milano è risultata prima in 3 cluster su 5 (riuso, condivisione dei beni, uso risorse), seconda nel livello di condivisione sociale, mentre mostra le principali criticità per input sostenibili (pilastro nel quale si posiziona quinta), in particolare in efficienza energetica, disponibilità di aree verdi sul totale della superficie comunale e produzione di energia elettrica da fotovoltaico. In quest’ultimo indicatore, al contrario, ottengono il punteggio massimo Catania seguita da Bari e poi Bologna.

Prendendo in considerazione alcuni degli altri parametri, Milano primeggia per i cittadini che scelgono di acquistare beni di seconda mano (poi Firenze, Genova), per percentuale di raccolta differenziata (quindi Firenze, Bologna), numero di passeggeri sui trasporti pubblici rispetto alla popolazione totale (a pari merito con Roma, poi Torino insieme a Bologna) e diffusione della sharing mobility (poi Firenze, poi Torino).

Più colonnine di ricarica per i mezzi elettrici si registrano a Firenze, seguita da Milano, poi Bari. Le città con più volontari in percentuale alla popolazione sono risultate, in ordine, Firenze, Bologna e Torino. Per aree verdi, Roma batte Palermo e Bologna. Per orti urbani sul totale del verde, Bologna, Napoli e Firenze formano il podio. Bologna domina per diffusione di auto elettriche e ibride sul totale del parco auto, seguita da Milano e Roma. Venendo infine all’estensione delle piste ciclabili, in cima alla classifica troviamo Bologna seguita da Firenze e Torino.

La ricerca di Milano-Bicocca ci spiega e ci dimostra come incrociando ricerca scientifica, pianificazione amministrativa, e buone pratiche collettive e individuali, possiamo costruire insieme il nostro comune destino, partendo dalle scelte quotidiane. Nel paradigma dell’economia circolare difatti il comportamento collettivo virtuoso e responsabile a livello locale può rappresentare il primo fattore essenziale di trasformazione. Il futuro non si può delegare, dipende da ciascuno di noi. 

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