Nel 2020 le energie rinnovabili sono per la prima volta la principale fonte di elettricità dell'UE.

di Redazione

11/03/2021

Immagine tratta dal sito di Ember

L’elettricità pulita in Europa deriva principalmente da eolico e fotovoltaico. Il boom delle rinnovabili ha coinvolto anche l’Italia che nel 2020 ha prodotto il 40,1% della propria elettricità da fonti pulite: il massimo storico, ma da noi la parte del leone, con oltre il 20%, l’ha fatto l’idroelettrico.
 
«Fatto è che le rinnovabili hanno generato durante il 2020 il 38% dell’elettricità europea, superando la quota del 37% generata dai combustibili fossili» sottolineano gli analisti di Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, facendo riferimento ai risultati dello studio The European Power Sector in 2020, presentato dal think tank Ember insieme ad Agora Energiewende.
 
Tra le fonti fossili, dal 2015 ad oggi il carbone ha dimezzato la sua quota (-20% nel 2020) ed ora copre solo il 13% del totale. Ma anche il gas naturale si è ridimensionato (-4% nel 2020). Mentre, contemporaneamente, l’efficientamento energetico e l’effetto Covid-19 hanno influito sui consumi elettrici che sono scesi del 4%.
«Eppure sono proprio i consumi energetici a rimanere una spina nel fianco dell'Italia», avvertono gli analisti di Ener2Crowd.com. I costi dei vettori energetici nel nostro Paese sono davvero insostenibili e a pagare maggiormente lo scotto sono le piccole e medie imprese, con una perdita di fatturato pari al 76% della propria spesa energetica e una perdita di valore aggiunto pari al 36% della stessa.
 «Nelle grandi industrie la perdita di fatturato varia invece tra il 6% ed il 26% della spesa energetica» sottolinea Niccolò Sovico, scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30 del 2020.
 
Partendo dallo studio dell’ultimo rapporto disponibile dell’Enea sui dati pervenuti dalle diagnosi energetiche obbligatorie (Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2019), Ener2Crowd.com è riuscita - in collaborazione con il GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa green - a calcolare quale è il “gap di competitività”.
 
«L’elaborazione è stata fatta tenendo contro della bolletta energetica e dei dati di consumo nazionali. Così è stato possibile calcolare che ogni 1.000 euro investiti in soluzioni di riduzione dei consumi oppure in efficientamento energetico è in grado di generare un risparmio diretto di costi energetici di 370 euro l’anno» ribadisce Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd.com nonché chief analyst del GreenVestingForum.it.
 
La perdita totale causata dai costi dei vettori energetici è di 27 miliardi di euro annui, pari all’1% del fatturato totale delle imprese italiane, di cui ben 21 miliardi di euro nel segmento delle piccole e medie imprese.
«Per recuperare l’extra-costo energetico del sistema imprese italiano ci vorrebbero ora 25 miliardi di euro di investimenti, un ammontare che porterebbe a generare una crescita di valore aggiunto complessivo di 16 miliardi di euro» spiega Giorgio Mottironi.
In altri termini si tratterebbe di raddoppiare l’attuale volume di investimenti nel comparto energetico e aumentare di circa 25 volte quelli nel campo dell’efficienza energetica.
 
«È un grande sforzo che oggi però può beneficiare di nuovi strumenti di diretto coinvolgimento della ricchezza privata, quella attenta al futuro del nostro pianeta ed interessata a rendimenti superiori a quelli della finanza tradizionale» sostiene Niccolò Sovico. Secondo il ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, le soluzioni per ridurre i costi energetici a disposizione delle imprese sono molteplici, a partire dalla generazione da fonti rinnovabili - in grado di produrre (anche tenendo presente del costo degli impianti) risparmi per almeno il 20% sui costi di natura elettrica delle piccole e medie imprese - passando per gli interventi di “retrofitting” o “renewal” degli impianti di produzione - con un ritorno sugli investimenti pari al 25% annuo - fino ad arrivare a soluzioni di efficienza gestionale, quali ad esempio la dotazione di un software di monitoraggio e gestione automatica delle utenze in base alla necessità d’uso, implementando il quale si riesce ad ottenere un ulteriore 5% di risparmio sui costi energetici totali.
La prima piattaforma italiana di investimenti “diffusi” nella green economy, con una community che già oggi conta 3 mila investitori, nel 2020 ha erogato 1,6 milioni di euro a favore di aziende pronte a ridurre i loro impatti ambientali migliorando nel contempo la propria competitività e che punta nel 2021 a 24 raccolte per un totale di ulteriori 3 milioni di euro.
 

Tag:  Agora EnergiewendeEmberEner2Crowdenergia eolicaenergie rinnovabiliThe European Power Sector 2020

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