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Oli esausti: la rigenerazione funziona ma dalle nostre cucine se ne raccolgono ancora pochi
Oli esausti: la rigenerazione funziona ma dalle nostre cucine se ne raccolgono ancora pochi
di Andrea Begnini
30/03/2023
Il consorzio italiano per il recupero degli oli minerali usati, il CONOU, ha avviato a rigenerazione oltre il 98% dell'olio usato, con un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 80 milioni di euro. RenOils, il consorzio che si occupa invece della corretta gestione degli oli e grassi vegetali e animali alimentari, ne ha raccolte 49mila tonnellate nell'ultima rilevazione. Il CONOE ha totalizzato 350.000 tonnellate di oli esausti raccolti e riciclati provenienti dalle attività professionali. Dati complessivamente incoraggianti anche se in Italia, sul versante alimentare, il riciclo degli oli esausti, in parte per la scarsa informazione dei consumatori che non sanno come smaltirli in modo corretto e in parte per i tanti Comuni sprovvisti o scarsamente provvisti di punti di raccolta, coinvolge solo il 5% di quelli immessi sul mercato.
Come ha spiegato Ermete Realacci, Presidente di Symbola, l’Italia è una superpotenza, “possiede una capacità di recupero del 79% degli scarti contro una media europea del 49 per cento”. ,La posizione di eccellenza occupata dall’Italia in Europa quanto ad economia circolare è nota. Il nostro Paese è, infatti, leader nella Ue per circolarità ed efficienza d’uso delle risorse. In particolare, l'Italia ha avviato a riciclo quasi l’80% di tutti i rifiuti prodotti, sia urbani che speciali, contro il 56% della Francia, il 43% della Germania, e il 39% della Spagna (la media Ue è ferma al 38%). L’Italia è anche prima tra i 27 Paesi dell’Unione nell’indice di economia circolare costruito su diciassette diversi indicatori, prima per percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti, più virtuosa di altri grandi Paesi europei per energia consumata/unità di Pil e consumo di materia/unità di Pil.
“L’economia circolare amplia la visione su ciò che serve per rendere concreta e sufficientemente rapida la transizione ecologica. Una prospettiva che non può basarsi soltanto su interventi di sostituzione tecnologica pure indispensabili, ma deve necessariamente investire anche la sfera dei comportamenti economici e degli stessi stili di consumo. In questo senso il passaggio dal modello economico lineare a quello circolare è uno snodo fondamentale anche in termini culturali. Se guardiamo al caso del CONOU, che rigenera il 98%, pressoché la totalità, dell’olio usato raccolto in Italia abbattendo inquinamento e alleggerendo il peso della nostra bolletta energetica, la strada da seguire appare chiara”.
Quel 98% delle rigenerazioni di cui parla Piunti riguarda le 186.000 tonnellate di olio usato raccolti da CONOU in circa 110.000 siti diversi. Un’operazione che in termini di sostenibilità ha evitato l’emissione di circa 90 mila tonnellate di CO2eq e in termini economici “ha consentito un risparmio di oltre 80 milioni di euro sulle importazioni di petrolio”.
Il Rapporto di Sostenibilità 2021 del CONOU evidenzia anche importanti effetti positivi sulla salute dell’uomo e sulla qualità dell’ecosistema. Per misurarli, sono stati applicati indicatori specifici al fine di valutare l’effetto positivo di produzioni “sostenibili” sulla salute umana: sia in termini di giorni di vita “sana” restituiti per persona (il DALY, Disability-Adjusted Life Year) sia con riferimento all’ecosistema in termini di specie preservate (lo SPECIES.YR). Attraverso questi indicatori, emerge che il Sistema CONOU ha contribuito a preservare oltre 13mila anni di vita “sana” e a evitare la scomparsa di 9,45 specie viventi.
L'altro consorzio che opera le settore, ovvero RenOils, nato nel 2018 e punto di riferimento per operatori e i cittadini che intendono raccogliere e riciclare correttamente gli oli e i grassi vegetali ed animali alimentari esausti, a livello nazionale ne ha raccolte poco più di 49mila tonnellate. RenOils conta una capillare rete di partner operativi costituita da 15 aziende di raccolta e trasporto e 27 impianti di trattamento e recupero e ha coinvolto oltre 84mila aziende e serviti circa 4mila Comuni: In qualità di consorzio non svolge direttamente la raccolta ma coordina e agevola le attività dei consorziati per far sì che tutti i soggetti della filiera (produttori di oli esausti, raccoglitori e trasportatori, riciclatori) possano contribuire in modo efficiente al recupero di questa tipologia di rifiuto”.
Dati complessivamente incoraggianti anche se in Italia il riciclo degli oli esausti di scarto dalle nostre cucine, in parte per la scarsa informazione dei consumatori che non sanno come smaltirli in modo corretto e in parte per i tanti comuni sprovvisti o scarsamente provvisti di punti di raccolta, riguarda solo il 5% degli oli immessi sul mercato. Conferma il Presidente CONOE, consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, Tommaso Campanile: “Solo negli ultimi anni, diverse amministrazioni hanno immaginato di iniziare la raccolta con contenitori nelle isole ecologiche. Ma siamo ancora al 5% della raccolta di tutto il rifiuto prodotto”.
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