Pastalive, il grano duro coltivato senza aratura

Redazione

09/03/2022

L'Agenda 2030 dell'Onu ha evidenziato i rischi della degradazione dei suoli agrari per l'uomo, per la biodiversità e per l'ambiente, invitando tutti, cittadini, imprese e istituzioni, alla sensibilizzazione verso la gestione sostenibile e l'utilizzo efficiente delle risorse naturali (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 12, 13, 15). Da questa esigenza nasce Pastalive, il primo progetto di pasta da grano duro italiano coltivato senza aratura, creato per sensibilizzare l'opinione pubblica sul delicato argomento della conservazione del suolo agrario, sperando possa giungere all'attenzione delle istituzioni e degli agricoltori al fine di applicare pratiche agricole più sostenibili per il pianeta. 

Le basi di questo progetto sono state gettate nel 2019 e oggi, post pandemia, sono tante le novità in cantiere. “L'Italia è la prima produttrice di pasta al mondo. Ad oggi importa la metà circa del fabbisogno di grano ma se non provvede a tutelare il suolo tra 30/40 anni sarà costretta ad importare il 100% del suo fabbisogno. Il suolo agrario sta morendo, siamo chiamati alla sua conservazione iniziando da oggi, con un percorso che potrebbe portare risultati validi tra 20/30 anni”, spiega Lino Falcone, biologo granocultore, esponente dell'associazione ambientale Terra Cibo e Cultura. La degradazione del suolo è dovuta principalmente alla tecnica dell'aratura che lo priva della fertilità e della biodiversità, provoca erosione superficiale e contribuisce in modo determinante alla desertificazione. A livello mondiale la Fao stima ancora 60 raccolti prima della completa improduttività del suolo agrario. In Italia il grano duro occupa una superficie superiore al milione di ettari, concentrata soprattutto nel centro sud Italia dove, a causa di un clima caldo associato a precipitazioni limitate e rotazioni colturali praticamente inesistenti, la stima potrebbe anche dimezzarsi. 

Da un suolo vivo dipende la vita del Pianeta. Fao sottolinea 6 vantaggi derivanti da un suolo vivo: cibo sano, biodiversità, contenimento dei gas serra, contenimento delle migrazioni forzate, acqua pulita, medicine per la salute umana. Tutti potremmo contribuire in modo determinante alla conservazione del suolo e al benessere del pianeta se solo scegliessimo sullo scaffale pane, pasta e pizza prodotti con grano coltivato con tecniche di conservazione del suolo. Pastalive valorizza il grano duro italiano prodotto in modo naturale nel rispetto della fertilità e biodiversità del suolo per garantire al consumatore finale un prodotto sano, etico e di qualità. Una pasta che racchiude in sé l'idea di un nuovo approccio alla Terra. 

Gli undici formati di Pastalive nascono dalla storia e dalla tradizione regionale italiana: troviamo così le Balzaiole, le Picelle e i Torcielli dalla Toscana, le Siligine dal Lazio, le Mole e le Mulinelle dal Molise, le Angele dalla Puglia, i Cuoppi dalla Campania, le Schianatelle dalla Basilicata, gli Nnammuri dalla Sicilia e le Sirine dalla Calabria. La molitura del grano di Pastalive, effettuata a pietra con la massima attenzione per permettere al germe del grano di diffondere omogeneamente nella farina tutte le sue preziose proprietà organolettiche, assicura una semola semintegrale, con basso indice glicemico e ricca di profumi e sapori. “Per la realizzazione della pasta ci affidiamo a pastifici artigianali perché riteniamo che la creazione della pasta sia un passaggio importante che debba essere seguito con attenzione e con amore. Ma la passione non basta, fondamentale è la professionalità frutto delle tradizioni. I nostri pastifici infatti valorizzano la semola con il germe di grano sapientemente lavorata dai mugnai Pastalive creando prodotti sani e nutrienti”, spiega il biologo granocultore.

Tag:  Agenda 2030 Sviluppo sostenibilePastalivesostenibilità del sistema agroalimentare

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