Plastica: i nuovi numeri in Italia e il lavoro di ARCA sui bio-packaging

di Andrea Begnini

20/07/2020

La Sardegna è prima in Italia per la raccolta differenziata degli imballaggi di plastica. Nell'isola si raccolgono 31,8 chili per abitante. Seconda la Valle d'Aosta a quota 31,6. Sono gli ultimi dati diffusi da Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Nel 2019 in Italia sono state oltre 1.370.000 le tonnellate di plastica raccolte in modo differenziato, ovvero il 13% in più rispetto al 2018. Ha dichiarato il presidente di Corepla Antonello Ciotti: “Un risultato mai raggiunto prima per gli oltre 7.000 Comuni che hanno avviato il servizio di raccolta. Con una media di circa 23 kg /abitante anno di raccolta differenziata il sistema italiano del riciclo degli imballaggi in plastica è tra i primi in Europa. Siamo certi che lavorando così assiduamente nell'attività di sensibilizzazione di tutti gli attori e nello sviluppo di nuove tecnologie riusciremo a vincere la sfida dell'economia circolare, e saremo pronti a contribuire al raggiungimento degli sfidanti obiettivi che la EU pone per il 2025 per il nostro Paese”.

Arginare i rifiuti di plastica e l'inquinamento da plastica è un problema complesso, il crescente utilizzo di questo materiale per un'ampia gamma di applicazioni di breve durata dà luogo a grandi quantità di rifiuti: il report Responsabilità e rendicontazione, le chiavi per risolvere l’inquinamento da plastica prodotto dal Wwf indica in 396 milioni le tonnellate la plastica vergine che viene prodotta su scala globale ogni anno, di queste circa 100 milioni di tonnellate vengono disperse in natura per la scorretta gestione della filiera della plastica. Gli oggetti di plastica monouso, per esempio, sono una fonte di dispersione di questo materiale nell'ambiente perché sono spesso utilizzati lontano da casa: sono gli oggetti che si trovano più comunemente sulle spiagge e si stima che rappresentino il 50% dei rifiuti marini. L'Unione Europea è già intervenuta diverse volte stabilendo l'obbligo per gli Stati membri di adottare misure per ridurre il consumo delle borse di plastica e per ridurre i rifiuti marini derivati. Gli obiettivi riguardano, ora, la progettazione di prodotti in plastica che possano durare più a lungo e consentire sia un riutilizzo che un riciclaggio di alta qualità, l'innalzamento dei tassi di riciclaggio della plastica per tutte le applicazioni fondamentali grazie a cambiamenti nella produzione e nella progettazione, la quadruplicazione della capacità di selezione dei rifiuti e di riciclaggio entro il 2030, con conseguente creazione di 200mila posti di lavoro in tutta Europa. E, soprattutto, l'immissione sul mercato di sempre nuove soluzioni tecnologiche per la produzione di materiali plastici ecocompatibili. 

Progetti come ABRIOPACK di ARCA, acronimo di Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente. Si tratta di una rete, i cui soci fondatori sono Giovanni Fileni, Bruno Garbini, Enrico Loccioni, a cui aderiscono imprese e individui che si impegnano per riportare in equilibrio il rapporto dell’uomo con la terra, valorizzare il ruolo dell’agricoltore che ne è il custode e rendere consapevoli le persone nelle loro scelte di acquisto così da trasformarle da consumatori in rigeneratori. ABRIOPACK intende, in questo senso, sostituire i materiali tradizionali utilizzati nel packaging agroalimentare con materiali biodegradabili adatti alla conservazione delle carni avicole ottenute con metodi di produzione biologica e valutare l’effetto dei materiali di scarto di questo processo (pollina biologica e bioplastiche biocompostate) sui suoli destinati alla produzione della materia prima agricola, in un'ottica di economia circolare.

https://www.arca.bio/

 

Tag:  ABRIOPACKARCAbio-packagingeconomia circolareinquinamento da plasticarifiuti di plastica

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