Rifiuti urbani UE, la rotta verso il 60% di riciclo entro il 2030

di Redazione

03/07/2023


All'interno dell'Unione Europea, ogni anno vengono prodotte 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti. Più di un quarto (27%) è rappresentato da rifiuti urbani. Per mitigare i rifiuti e il loro effetto sull'ambiente, l'UE sta focalizzando i propri sforzi per incentivare la transizione verso il modello più sostenibile dell'economia circolare. Ponendosi obiettivi importanti come il PPWR che prevede la messa al bando delle stoviglie usa e getta per il consumo al ristorante a partire dal 2030 e l'introduzione di obiettivi di riutilizzo del 40-80% per l'asporto entro il 2040.

Dal 2018 al 2021, la quantità media di rifiuti urbani misurata per abitante è cresciuta nell'UE. In termini assoluti, i rifiuti urbani per abitante sono stati più alti in Austria, Lussemburgo, Danimarca e Belgio, mentre sono stati più bassi in Spagna, Lettonia, Croazia e Svezia. Secondo le statistiche del 2021, il 49,6% di tutti i rifiuti urbani è stato riciclato o compostato, con un incremento del 3,6% rispetto al 2017. Paesi come la Germania, la Bulgaria, l'Austria e la Slovenia hanno già raggiunto o superato questo obiettivo del 60%.

“L'uso delle discariche è quasi inesistente in Paesi come il Belgio, i Paesi Bassi, la Danimarca, la Svezia, la Germania, l'Austria, il Lussemburgo, la Slovenia e la Finlandia. In queste nazioni, l'incenerimento svolge un ruolo significativo insieme al riciclaggio. Anche Paesi come la Lituania, la Lettonia, l'Irlanda, l'Italia, la Francia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia si affidano all'incenerimento e inviano un terzo o meno dei loro rifiuti alle discariche”.

La percentuale di rifiuti conferiti in discarica è infatti scesa dal 24% nel 2017 al 18% nel 2020. L'uso delle discariche rimane diffuso nelle regioni orientali e meridionali dell'Europa. In Bulgaria e Malta la percentuale supera il 70%. In Grecia, Cipro e Romania è superiore al 50%, mentre in Spagna e Portogallo è ora inferiore al 50% rispetto al 2017.

A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione sul nuovo piano d’azione per l’economia circolare, “chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali”. Nel novembre 2022, la Commissione ha proposto nuove regole a livello europeo sugli imballaggi. “Queste comprendono una proposta per migliorare il design degli imballaggi, dotarli di etichettatura chiara e incentivare il riutilizzo e il riciclo. La proposta include anche una transizione verso plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili”.

Il piano d'azione della Commissione europea ha stabilito sette aree chiave, essenziali per raggiungere un'economia circolare: plastica; tessile; rifiuti elettronici; cibo e acqua; imballaggi; batterie e veicoli; edifici e costruzioni.

La proposta di revisione della legislazione UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio ha tre obiettivi principali. In primo luogo, prevenirne la produzione riducendone la quantità e promuovendo soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili. In secondo luogo, spingere sul riciclaggio di alta qualità ("ciclo chiuso") ovvero rendere tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell'UE riciclabili in modo economicamente vantaggioso entro il 2030. Infine, ridurre il fabbisogno di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante per le materie prime seconde, aumentando l'uso di plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi obbligatori. Si punta a ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% entro il 2040 per Stato membro per persona, rispetto al 2018. Ciò porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell'UE del 37% rispetto a uno scenario senza modifiche alla legislazione.

Tra le prime cinque economie dell’UE, l’Italia nel 2021 ha recuperato in Italia il 73,3% della materia immessa sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate, superando in anticipo l’obiettivo del 65% di riciclo totale degli imballaggi previsto dalle normative europee entro il 2025.
 

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