Rifò: voce del verbo rifare.

di Arianna Baracco

03/09/2024


L’arte del saper rifare. In un mondo dominato dalla produzione di massa e dalla cultura del consumismo, Rifò si distingue come un faro di sostenibilità e responsabilità. Fondata nel 2017 da Niccolò Cipriani nella storica città tessile di Prato, l'azienda ha ripreso le redini di una tradizione che si tramanda da oltre un secolo: la rigenerazione tessile.

Si sente spesso parlare di decluttering, “rimuovere oggetti non necessari”, sgombrare, riordinare per guadagnare nuovo spazio nei luoghi che abitiamo ogni giorno fisicamente e nella  nostra mente. Facciamo shopping in una sorta di frenesia ossessiva eppure tutti noi davanti al nostro armadio ci chiediamo: “cosa mi metto?” molto spesso tendiamo a scegliere i capi “del cuore”, quelli che ci fanno stare bene, che non segnano troppo i punti “critici” del nostro corpo, che ci rappresentano. Dopo vari tentativi passati davanti allo specchio, l’ammasso informe dei capi che ci siamo appena provati ci fanno esclamare: “basta, mi vesto così”, oppure: “ho tantissime cose nell’armadio ma non ho nulla da mettermi”. I capi sulla sedia sembrano guardarci dritti negli occhi nella speranza di essere scelti, di una nuova occasione per uscire o meglio ancora di una lavatrice. Si sente moltissimo parlare dei danni causati dal fast fashion e dagli scarti dell’industria tessile, per questo ho deciso di raccontarvi un’azienda italiana giovane che parla di qualità, sostenibilità e responsabilità, provando a concentrarci sul bello e sul geniale, sul recupero creativo e sul sogno, realizzato, di un giovane italiano.

La nuova vita degli indumenti usati
Attraverso il riciclo di tessuti, Rifò dona nuova vita a indumenti dismessi, trasformandoli in nuovi prodotti di qualità, evitando gli sprechi e producendo localmente capi pensati per durare per sempre nel tuo armadio (o sulla tua sedia). Fondata nel 2017 da Niccolò Cipriani nella storica città tessile di Prato, l'azienda ha ripreso le redini di una tradizione che si tramanda da oltre un secolo: la rigenerazione tessile. Da crowfunding a startup con un team di 25 persone, una certificazione B Corp e una distribuzione dei capi in più di 300 negozi in Italia e oltre confine. Il tocco da maestro? L’azienda promuove un modello di consumo responsabile, introducendo la prevendita per anticipare la reale richiesta del mercato e minimizzare l'invenduto, riducendo l'impatto ambientale. Queste sono le potenzialità economiche del modello pratese, un modello da replicare ed esportare.

Il Cuore e la Storia di Rifò
Il nome Rifò è un'inflessione del verbo "rifare", che rappresenta una filosofia di recupero e rispetto per le risorse. Questo concetto è stato per Niccolò Cipriani una rivelazione, come un’idea che non puoi respingere e ignorare, mentre osservava l'industria della moda in Vietnam, dove la sovrapproduzione si traduceva in montagne di vestiti invenduti, pronti per l'incenerimento. Tornato a Prato, Niccolò non ha mai cancellato le immagini nitide che la sua mente aveva fotografato durante quel viaggio e ha avviato una startup innovativa, rispondendo alla crisi della moda fast fashion con un modello basato sulla qualità, sull’etica e sulla circolarità.
(Nel documentario “Stracci” di Tommaso Santi potrete vedere l’impatto di questa industria, senza il bisogno di immaginare il panorama che Niccolò aveva davanti, i pericoli che ne derivano e le opportunità). In poco tempo, Rifò è cresciuta costantemente, ottenendo la certificazione B Corp nel 2020, un riconoscimento che attesta il suo impegno a mantenere un impatto positivo sociale e ambientale. Con un team di 25 persone (in gran parte donne) e 27 laboratori artigiani coinvolti, Rifò si impegna a valorizzare il lavoro locale e l'artigianato, sostenendo l'economia circolare e creando opportunità per il futuro. Rinasce così la figura dei “cenciaioli”, gli artigiani che al primo tocco selezionano i materiali per trasformare ciò che viene considerato scarto in una nuova risorsa. Oggi, i suoi prodotti sono disponibili in oltre 300 negozi in Italia e all'estero, offrendo una valida alternativa per chi cerca sostenibilità e uno stile Basic ricercato, adatto a tutte le occasioni, sempre attuale e mai banale.

La qualità dei materiali rigenerati
Rifò sceglie di concentrarsi su materiali rigenerati, naturali e biodegradabili, dando nuova vita a fibre nobili come cashmere e lana. La produzione avviene nel raggio di 30 km da Prato, con artigiani esperti che condividono la stessa visione di sostenibilità. E’ proprio grazie ai materiali che l’azienda promuove un modello di consumo responsabile, introducendo la prevendita per anticipare la reale richiesta del mercato e minimizzare l'invenduto, riducendo l'impatto ambientale. Si tratta di un ciclo che rinasce grazie alla moda circolare e con gli oltre 72.000 capi prodotti nel 2023 e 14,1 tonnellate di vecchi indumenti riciclati. I numeri parlano chiaro: una crescita incredibile. 
Rifò promuove inoltre punti di raccolta in tutta Europa, incoraggiando tutti a essere parte attiva dell’economia circolare. Ogni vecchio indumento ha un valore e una storia da raccontare, e Rifò vuole coinvolgere il suo consumatore finale per assicurarne una seconda vita.

Sostenibilità sociale e qualche numero
Rifò non si ferma alla sostenibilità ambientale; il suo impatto sociale è altrettanto significativo. Per ogni acquisto online, l'azienda destina l'1% dei ricavi a "Nei Nostri Panni", un progetto che mette in contatto migranti e mestieri tradizionali, contribuendo a un'integrazione sociale e 72.169 capi prodotti nel 2023.
- 14.1 tonnellate di vecchi indumenti riciclati
- 230 punti di raccolta per indumenti usati, in Italia e in Europa
- 11.514 ordine online ricevuti
- 82% di capi venduti con la prevendita
- -11% capi invenduti rispetto al 2022
Impatto sociale ed economia locale:
- 15.475 € raccolti per progetti di impatto sociale
- 25 persone nel team Rifò, di cui il 72% donne
- 27 laboratori artigiani coinvolti

Rifare fa rima con dimostrare
Con una storia che affonda le radici in una tradizione millenaria di rigenerazione, l'azienda continua a sfidare le convenzioni dell’industria della moda, dimostrando che è possibile "rifare" in modo responsabile, sostenibile e autentico. La moda ha bisogno di un cambiamento e Rifò segna il cammino verso un futuro consapevole, oltre che essere di ispirazione per i giovani nell’inseguire i propri sogni e coltivare la speranza di un futuro dove si avrà ancora la possibilità di poter “rifare”.
 

Tag:  Distretto tessile di Pratoeconomia circolaremoda circolaremoda sostenibilePratoRifòrigenerazione tessilesostenibilità

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