Bee happy, le api sentinelle della circolarità

di Andrea Begnini

21/05/2020

Bee Happy!

Niente di più circolare che un'ape. Prende, porta in giro, impollina, riceve, produce... circola. Nel modo più semplice e complesso. Eppure, appena un anno fa l'organismo Onu sulla biodiversità ha lanciato un allarme, frutto di tre anni di censimenti, analisi di dati da parte di diverse centinaia di esperti: la biodiversità animale è drasticamente minacciata: "In Europa le specie più colpite sono l'allodola - meno 50% negli ultimi 40 anni - la piccola farfalla blu - in calo del 38% dagli anni '70. Un terzo delle api e insetti è a rischio estinzione, senza dimenticare scoiattoli rossi, pipistrelli e ricci". Si è parlato di sesta estinzione di massa della storia (anche se, ma la prima attribuita all'uomo e alle sue attività) e di armageddon ecologica, in ogni caso non si può non aprire gli occhi sulla solitudine dell'ape, la cui famiglia di insetti fornisce un servizio ecosistemico fondamentale per la promozione della biodiversità, in quanto responsabile della riproduzione di oltre l'80% della flora naturale esistente, erbacea, arbustiva e arborea e dell'impollinazione di più del 75% delle piante coltivate per un incremento della produttività media agricola del 24%.

Le api hanno un sistema di comunicazione articolato. Un team di scienziati dell'Università del Minnesota ha catalogato più di 1.500 movimenti unici utilizzati dalle api per comunicare. L'elenco è stato pubblicato sulla rivista Plos One: "Abbiamo notato dei comportamenti insoliti, delle danze effettuate quando il gruppo di api si trovava in formazione fuori dall'alveare. Questi movimenti erano utilizzati per comunicare informazioni specifiche, come dove e quando svoltare, indicazioni di volo o la distanza dalla fonte di polline più vicina, nonché la pregevolezza del polline". Tutto questo identifica un sistema biologico perfettamente combinato nella natura e nella sua varietà esistenziale che funziona in modo perfettamente circolare secondo un'economia di movimento e produzione a cui dobbiamo per forza fare riferimento. E tutelare.

Legambiente lancia la campagna "Save the queen" e una raccolta firme (1 milione entro settembre) per chiedere alla Commissione europea di sostenere un modello agricolo che da un lato tuteli la biodiversità e dall'altro permetta di ridurre in misura drastica le sostanze pericolose ancora oggi usate in agricoltura, arrivando alla loro totale eliminazione entro il 2035. Spiega Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente: "Con Save the queen non solo vogliamo puntare l'attenzione su questi importanti e preziosi impollinatori che svolgono un ruolo vitale per la terra, ma vogliamo anche mettere in campo una serie di azioni che coinvolgano prima di tutto gli apicoltori, le aziende e i cittadini. Allo stesso tempo, è però importante che arrivino risposte anche dal mondo istituzionale e politico. Oggi più che mai è importante difendere le api con azioni di tutela non più procrastinabili, a partire dall'eliminazione dei principi attivi nocivi come i neonicotinoidi, la diffusione dell'applicazione di criteri di produzione agroecologici orientati all'agricoltura biologica e l'adozione di un piano d'azione per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari".

Sulla stessa linea anche l'iniziativa di 3Bee che permette di adottare un alveare contribuendo così a incrementare la popolazione di api e quindi la produzione di miele. Si può accedere alla piattaforma online, scegliere la tipologia di miele e l'apicoltore che si prenderà cura delle api, per poi seguire online l'evoluzione. Infine, al termine della stagione apistica, si potrà ricevere il miele 100% artigianale prodotto dalle api. L'alveare comprende una rete di sensori posizionati all'interno che monitorano il benessere delle api permettendo agli apicoltori di ridurre i trattamenti, diminuire le visite nell'apiario e abbassare le emissioni di CO2, migliorando, quindi, la qualità di vita delle api: "In due anni abbiamo raggiunto 2 mila apicoltori in tutta Italia".
 

Tag:  3Beeapieconomia circolareLegambiente

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