Sempre più italiani apprezzano il sapore della sostenibilità

18/06/2020

La qualità di quello che si mette a tavola dipende anche dalla sostenibilità della produzione. Di questo sono convinti sempre più consumatori italiani, secondo quanto rivela una ricerca Ipsos relativa al 2019. L’importanza dell’agricoltura per l’economia italiana è riconosciuta da oltre la metà degli italiani (53%), che lo ritiene un settore secondo solo a quello turistico (64%) e superiore a quello della moda (33%), mentre lo considera primo per la qualità che esprime (82%) - seguono turismo (78%) e moda (76%).

Analizzando i comportamenti di consumo, gli italiani si confermano sempre più attenti ai propri acquisti e cercano prodotti di qualità, e quelli sostenibili, cioè realizzati rispettando standard di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sono percepiti come qualitativamente superiori. Ma non solo: due italiani su tre (64%) desiderano dare il proprio contributo effettuando, in tutti i campi, scelte di consumo consapevoli e la percentuale sale al 68% se si considerano i giovani under 25. Per quanto riguarda uno stile alimentare sostenibile soprattutto i giovani  sono favorevoli a limitare lo spreco di cibo, acquistare prodotti a km0, ridurre gli imballaggi, mangiare alimenti di stagione.

Il quadro è stato delineato nel corso della tappa bolognese del Salone della Csr e dell’Innovazione sociale, il più importante evento in Italia dedicato alla sostenibilità organizzato in partnership con Impronta Etica e SCS Consulting, dedicata alle sfide e alle opportunità per un agrifood sostenibile.
“È necessario lavorare per far crescere la cultura della sostenibilità anche consolidando i legami sociali – ha detto Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – Occasioni di confronto, come quelle offerte dalle tappe del Salone della Csr favoriscono il dialogo tra imprese, enti locali, associazioni del Terzo Settore. Per rafforzare il tessuto connettivo e contribuire alla definizione di strategie locali finalizzate allo sviluppo sostenibile”.

Il tema è stato affrontato in quattro momenti di confronto su diverse fasi della filiera agrifood: fattori abilitanti, produzione, trasformazione e confezionamento, chiusura del cerchio e circolarità. Oltre alle istituzioni locali ed europee e a docenti dell’Università di Bologna, sono intervenuti i rappresentanti di alcune eccellenze del territorio in ambito di sostenibilità: Emil Banca, Gruppo Unipol, Clust-ER agrifood, AIFO, Coop Italia, Granarolo, Gruppo Coprob – Italia Zuccheri, Euro Company, Fruttagel, Gruppo Caviro, Coesia, Citrus l’Orto Italiano, CAAB, Camst. Ha partecipato anche Future Food Institute, organizzazione non profit con base a Bologna e che dal 2014 si occupa di educazione e innovazione nel settore agroalimentare.

All'iniziativa ha partecipato anche AsviS, Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, con il presidente Pierluigi Stefanini che ha fatto il punto sull’Agenda 2030 e sui 17 goals da raggiungere entro i prossimi 10 anni, anche alla luce della pandemia e del piano di rilancio del Paese.
 

Tag:  sostenibilità

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