Sostenibilità ed economia circolare al Forum Agroecologia Circolare di Legambiente

di Claudia Ceccarelli

12/11/2020

Al Forum Agroecologia Circolare, organizzato da Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e della Regione Lazio, sono stati affrontati i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle filiere agroalimentari e del mondo agricolo italiano. Un'occasione di approfondimento e di dibattito particolarmente significativa dopo la battuta d’arresto del Green Deal segnata dal recente voto del Parlamento Europeo sulla PAC.

 “Occorre colmare il divario tra le due velocità del nostro Paese – ha spiegato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani –. Da una parte i consumatori che chiedono sempre più cibo sano e sostenibile per fare fronte alla crisi climatica e le realtà aziendali più avanzate che già da tempo rispondono concretamente a questa esigenza; dall’altra i decisori politici che sembrano non voler scegliere la strada della svolta radicale necessaria verso un modello agricolo che accompagni il cambiamento”.
Parlare di innovazione nel senso della sostenibilità per il settore primario significa andare a considerare molte questioni, e alcune piaghe, del mondo agricolo del nostro Paese. Prima fra tutte, quella del caporalato, una organizzazione illegale del lavoro nei campi che purtroppo riguarda una grande quantità di realtà produttive, non solo meridionali, se si pensa che, in Italia, secondo un'indagine di The European House - Ambrosetti si trovano esposti al rischio di caporalato circa 430000 lavoratori agricoli, l'80% dei quali è straniero. 

Soffermandosi sulle prassi e le declinazioni della sostenibilità nel settore primario, e chiamando a raccolta le esperienze italiane più avanzate, Legambiente ha mostrato che la sostenibilità dal campo alla tavola, non solo è possibile, ma addirittura conviene. Lo confermano aziende che associano sostenibilità e innovazione, con ottimi risultati sul mercato e in termini di fatturato, oggi e in prospettiva futura per la solidità dei propri investimenti. Perciò utilizzo delle rinnovabili – dal solare termico al fotovoltaico fino alla produzione di biogas e biometano –; lotta agli sprechi idrici ed energetici, innovazione tecnologica delle macchine e delle attrezzature agricole al servizio di una produzione sostenibile sono scelte che premiano chi le ha fatte e le sta facendo. Con coraggio e visione del futuro. Si tratta di grandi aziende come Alce Nero, Fileni, Gruppo Fabbri, Oleificio Zucchi, Rigoni di Asiago, Aboca, Almaverde Bio, solo per citare alcuni nomi, ma anche di una serie di piccole realtà produttive che si sono fatte Ambasciatrici del loro territorio e di un modello di produzione e di sviluppo rispettoso dell'ambiente che diventa fattore di coesione per le comunità.

In occasione del Forum, Legambiente ha proposto anche un patto per sollecitare il governo e le istituzioni verso un impegno concreto per un Green Deal che si dimostri in grado di coinvolgere pienamente il sistema agricolo.
La nuova Pac, che ammonterà a circa 400 miliardi di euro, potrà infatti favorire la transizione verso l’agroecologia, insieme  ai fondi del Recovery Fund solo se cesserà la pratica dei sussidi a pioggia e quei sussidi verranno trasformati in incentivi vincolati alla riduzione degli impatti su acqua e aria e la conservazione della fertilità del suolo e degli ecosistemi, come stabilito nelle strategie dell’Unione europea Farm to fork e Biodiversità. Tutto questo per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi di riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci e del 20% dei fertilizzanti, il taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti, il 40% di superfici agricole convertite a biologico e la trasformazione del 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità e habitat naturali.

“L’Italia – ha aggiunto Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente – deve avere un ruolo centrale in ambito europeo per consentire una svolta chiara e determinata a tutto il sistema agroalimentare a favore del Green Deal. Il governo lavori affinché le strategie Farm to fork e Biodiversità siano vincolate alla Pac e a favore della realizzazione di un piano strategico nazionale capace di porre l’agroecologia al centro del dibattito, non favorendo modelli agricoli e zootecnici intensivi ma premiando senza esitazione le aziende che compiono scelte virtuose in chiave sostenibile. Né sono più rimandabili l’approvazione del nuovo Piano nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che dovrà normare e limitare l’utilizzo delle molecole pericolose di sintesi, e la legge sull’agricoltura biologica ancora ferma al Senato, fondamentale strumento per sostenere e supportare un comparto che ci vede leader in Europa e che rappresenta una leva strategica per favorire la transizione ecologica di tutto il sistema agricolo, che deve essere uno dei pilastri su cui costruire il Piano nazionale di ripresa e resilienza da parte del governo italiano”.

IL DECALOGO DELL’AGROECOLOGIA PER IL PIANO DI RILANCIO E RESILIENZA DEL MADE IN ITALY DI QUALITÀ

1. Puntare con decisione allo sviluppo del comparto biologico a partire dall’approvazione della proposta di legge ancora ferma al Senato
2. Alzare l’asticella dell’agricoltura integrata attraverso innovazione e ricerca secondo il modello agroecologico, riducendo fortemente input negativi
3. Incrementare la sostanza organica ed aumentare la fertilità dei suoli, contribuendo allo stoccaggio di carbonio attraverso buone pratiche agricole e rotazione di colture
4. Proteggere habitat naturali e tutelare insetti impollinatori indispensabili per biodiversità agricola e naturale
5. Ridurre carichi zootecnici e allevamenti intensivi responsabili di due terzi emissioni settore, favorendo modello sostenibile di allevamento, migliorando benessere animale e riducendo importazione mangimi e foraggi causa di deforestazione
6. Ridurre fortemente i consumi idrici ed energetici del comparto e abbattere l’utilizzo di molecole di sintesi dal campo alla tavola, unendo pratiche tradizionali a sperimentazione agronomica e innovazione digitale, per rendere sostenibile l’intera filiera agroalimentare
7. Incentivare l’utilizzo delle rinnovabili in agricoltura in ottica di multifunzionalità: dal solare termico al biogas al biometano, passando dalla promozione dell’agrivoltaico –  che unisce produzione energetica del fotovoltaico con la coltivazione agricola – e dalla riconversione del parco macchine agricolo per renderlo più efficiente e meno inquinante
8. Porre un freno al consumo di plastica in agricoltura, favorendo il riciclo di imballaggi, l’utilizzo di bio-materiali e l’eco-packaging
9. Promuovere l’agricoltura come collante sociale, presidio territoriale e antidoto al dissesto idrogeologico nelle aree interne, marginali, collinari e montane particolarmente colpite dal fenomeno dell’abbandono
10. Rispettare e difendere i diritti dei lavoratori del comparto agricolo, contrastando le agromafie e il fenomeno del caporalato

Il Forum Agroecologia circolare è il terzo di sette incontri tematici organizzati da Legambiente con istituzioni, imprese e associazioni per individuare le migliori proposte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo italiano dovrà presentare in Europa entro aprile 2021. I prossimi appuntamenti in programma sono: Forum Bioeconomia delle Foreste sulla gestione forestale sostenibile (19 novembre), Conferenza Città Clima sull’adattamento climatico in ambito urbano (25 novembre), Forum QualEnergia sulla lotta alla crisi climatica e sulla mobilità sostenibile (2-3 dicembre), Rapporto Ecomafia (11 dicembre).
 

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