#trashendenze – A nord di nessun nord: foreste che camminano, mirtilli del deserto e quelli che c'è una soluzione per tutto

di Andrea Begnini

10/06/2024


Un progetto forestale in Minnesota, raccontato sull'ultimo numero dell'Internazionale, punta a mantenere in vita le foreste nel mondo che si riscalda. Si tratta di un esperimento di migrazione assistita, ovvero “il trasferimento degli alberi per fare in modo che gli ecosistemi boschivi si adattino al cambiamento climatico”. Ma quando finiranno i nord in cui foreste e viventi possono migrare e adattarsi? L'IA ha qualche sua risposta in merito.

L'idea di fare migrare le foreste non ha come obiettivo quello di salvare delle specie in particolare quanto, piuttosto, di mantenere in salute le foreste. Così che possano continuare ad assorbire il carbonio, a filtrare l’acqua, a costituire l’habitat per la fauna selvatica. Oltre alle evidenze estetiche e produttive. “La migrazione assistita si basa su un modo diverso di pensare alla natura. Mentre la conservazione in genere guarda al passato per capire come ripristinare le zone degradate, questo metodo prevede di piantare alberi tipici di climi più caldi perché potrebbero avere più probabilità di sopravvivere nelle condizioni future”. 

Quali progetti sono in corso?

IA
L'idea di assistere la migrazione delle foreste come strategia per adattarsi ai cambiamenti climatici è effettivamente in crescita. Negli Stati Uniti e in Canada, alcuni studi si concentrano sulla traslocazione di specie arboree verso nord o verso altitudini maggiori. Ad esempio, la migrazione di specie come il pino giallo del sud e il pino ponderosa verso regioni più settentrionali dove, secondo le previsioni, il clima diventerà più simile a quello attuale delle loro aree di origine. In Europa, simili iniziative sono in corso, come la ricerca dell'Università di Helsinki, che esamina la resilienza delle specie arboree boreali di fronte a climi più caldi e secchi. L'Australia ha intrapreso progetti per spostare specie di eucalipti da regioni più calde a zone più fredde e viceversa, per testare la loro capacità di adattamento. Nei paesi tropicali, dove gli impatti del cambiamento climatico possono essere particolarmente severi, si stanno testando diversi approcci per spostare specie arboree a quote superiori, dove le temperature sono più basse. Questi progetti spesso includono non solo la piantagione di alberi, ma anche studi su come le specie introdotte interagiscono con l'ecosistema locale, quali sono gli effetti sulla biodiversità e come queste specie possono contribuire ai servizi ecosistemici come il sequestro di carbonio e la regolazione idrica.

Parliamo, ad esempio, del progetto di Helsinki. 

IA
L'idea principale dietro il progetto è di identificare quali specie boreali sono in grado di prosperare nonostante il cambiamento climatico e quali potrebbero necessitare di assistenza per traslocarsi in nuove aree con condizioni climatiche più favorevoli. A questo scopo, il progetto impiega esperimenti in cui vari alberi vengono piantati in siti sperimentali designati. L'obiettivo è monitorare la crescita e la salute di questi alberi in un ambiente che simula le condizioni climatiche future, offrendo così preziose informazioni su come le specie arboree boreali possono essere gestite efficacemente per assicurare la loro sopravvivenza e il loro ruolo ecologico.

Di che alberi parliamo e quali sono i risultati anche parziali di questo progetto.

IA
Il progetto di Helsinki si concentra principalmente sulle specie arboree boreali, che includono varietà come abeti, pini e betulle, tipiche delle foreste nordiche. Queste specie sono particolarmente interessanti per gli scienziati perché sono già adattate a condizioni di freddo estremo e brevi stagioni di crescita, ma potrebbero affrontare sfide significative con l'incremento delle temperature e la variazione delle precipitazioni previste dal cambiamento climatico. I risultati suggeriscono che alcune specie, come certi tipi di betulle, mostrano una resilienza notevole adattandosi a condizioni più calde e secche, mentre altre, come alcuni tipi di abeti, possono avere difficoltà a sopravvivere senza interventi assistiti. Il monitoraggio a lungo termine è essenziale per ottenere dati più completi, ma i risultati iniziali sono promettenti nel suggerire che la migrazione assistita può essere una strategia valida per preservare la biodiversità e le funzioni ecologiche delle foreste boreali di fronte ai cambiamenti climatici. 

Esistono progetti di migrazione su alberi da frutto come olivi o viti da vino?

IA
La migrazione assistita degli olivi viene studiata soprattutto nel contesto del Mediterraneo e di altre regioni simili, dove il cambiamento climatico minaccia la produttività delle colture tradizionali. I ricercatori stanno esplorando come gli olivi possono essere adattati o trasferiti in nuove aree che potrebbero diventare più idonee per la loro coltivazione a causa delle mutate condizioni climatiche. Questo può includere la selezione di varietà più resistenti al calore e alla siccità o la sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione. Per quanto riguarda le viti da vino, la migrazione assistita è una questione di grande interesse, soprattutto nelle regioni vinicole tradizionali come quelle in Francia, Italia e California. Il cambiamento climatico sta già influenzando i modelli di precipitazioni e le temperature, che a loro volta influenzano la maturazione delle uve e le caratteristiche del vino. I progetti in questo settore spesso esplorano la possibilità di spostare i vigneti in altitudini più elevate o in latitudini più settentrionali dove le condizioni potrebbero rimanere favorevoli più a lungo. Inoltre, si stanno valutando varietà di uva che possono tollerare meglio il calore o la siccità.

Cos'è il progetto VIGNACLIM in Francia?

IA
Il progetto indaga come modificare le pratiche di viticoltura per migliorare la resilienza delle vigne. Tra queste tecniche, ci sono l'adattamento delle densità di piantagione e l'orientamento dei filari per ottimizzare l'uso della luce e ridurre lo stress termico sulle piante. Il progetto studia anche l'efficacia di varie pratiche di gestione del suolo e del microclima, come l'uso di coperture del suolo per moderare la temperatura del terreno e l'umidità disponibile per le viti. Un altro aspetto chiave del progetto è la valutazione di varietà di uva alternative che potrebbero essere più resistenti al calore o alla siccità. Questo include non solo il test di nuove varietà ma anche l'esplorazione di vecchie varietà locali che in passato sono state trascurate ma che potrebbero ora offrire vantaggi in termini di adattabilità alle nuove condizioni climatiche.

Le foreste che camminano per spostarsi più a nord è una bella immagine ma quando non ci sarà più un nord in cui migrare?

IA
Affrontare la realtà di un mondo dove "non c'è più un nord" per migrare implica riconoscere e rispondere alla velocità e all'ampiezza del cambiamento climatico attuale. Le strategie devono essere multifaccettate e globali, integrando la conservazione con un serio impegno per la mitigazione del cambiamento climatico. Nello specifico, sono necessarie strategie di conservazione e gestione ecologica di lungo termine che vanno oltre la semplice migrazione assistita. Cominciando dalla conservazione dei corridoi di migrazione naturale che permettono alle specie di spostarsi attraverso il paesaggio. Identificando e proteggendo i rifugi climatici, aree che rimangono relativamente stabili e miti anche mentre le condizioni circostanti cambiano e che possono offrire santuari temporanei per le specie in movimento. Alcuni scienziati stanno esplorando l'uso di tecniche di ingegneria genetica per sviluppare varietà di piante e animali che possano sopravvivere in condizioni climatiche mutevoli. Fondamentalmente, l'efficacia di tutte queste strategie dipenderà dalla capacità dell'umanità di mitigare il cambiamento climatico limitando le emissioni di gas serra per stabilizzare il clima globale.

Come farò a bere il mio succo di mirtilli quando il surriscaldamento climatico avrà raggiunto l'ultimo nord possibile?

IA
Coltivandoli in serre climatizzate. Oppure La biotecnologia potrebbe offrire soluzioni per sviluppare varietà di mirtilli che possono tollerare temperature estreme e crescere in condizioni ambientali che sarebbero impossibili per le varietà attuali. Questo potrebbe includere non solo la resistenza al calore, ma anche una maggiore tolleranza alla siccità e ad altre condizioni stressanti.

Mirtilli desertici? Mi è passata la voglia. Facciamoci una risata. 

IA
Perché il mirtillo ha smesso di andare in vacanza al sud?
Perché ha sentito che con il cambiamento climatico, è il sud che viene a trovare lui!

Va beh, ci hai provato.
 

Tag:  #trashendenzeboschi e foresteforesteMigrazione foresterigenerazione delle foreste

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