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#trashendenze - Le facce e i giardini di pietra di Rapa Nui e quattro patate per uno sviluppo sostenibile
#trashendenze - Le facce e i giardini di pietra di Rapa Nui e quattro patate per uno sviluppo sostenibile
di Andrea Begnini
08/07/2024
Il New Scientist porta nuova luce sulle teorie più diffuse fino a oggi a proposito dell’isola cilena di Pasqua. Che non sembra essersi quasi estinta a seguito di una rapida riduzione della popolazione, ma avere vissuto per secoli sul modello di una comunità di sussistenza. Una scoperta dovuta anche ai modelli di apprendimento automatico dell'IA a cui rivolgiamo per questo delle domande.
È famosa per i testoni di pietra, i moai, e abitata dai polinesiani fin dal tredicesimo secolo. È opinione diffusa che l'isola di Pasqua, o Rapa Nui, fosse coperta da foreste di palme, mano a mano distrutte dai ratti e dall'uso estensivo da parte degli isolani delle piante, operazioni che portarono a un brusco calo nel numero degli abitanti da 12mila e circa 4mila. Una nuova teoria riflette sui dati per ricostruire una comunità di sussistenza che assomiglia a una certa idea di decrescita delle esigenze e delle aspettative di sviluppo a oltranza che potrebbe costituire quantomeno un modello di riflessione.
IA
La teoria tradizionale suggerisce che una deforestazione massiccia, causata dal sovrappopolamento e dall'uso eccessivo delle risorse naturali, portò al collasso della società locale. Secondo questa visione, l'introduzione di ratti, che rodevano i semi delle palme, e l'abbattimento degli alberi per il trasporto dei moai (le famose statue di pietra) furono fattori chiave di questo declino ambientale ed ecologico. Il nuovo studio sembra contestare questa narrativa. Gli studiosi della Binghamton university di New York hanno usato immagini satellitari e modelli di apprendimento automatico per stabilire come il sistema dell'isola potesse in realtà garantire sostentamento a massimo quattromila persone, più o meno il numero di abitanti che gli europei trovarono sull'isola al loro arrivo. Quindi non sarebbe vero che ci fu un brusco calo demografico. Giusto piccole comunità che riuscirono a vivere in maniera sostenibile per generazioni.
Una nuova prospettiva.
IA
La popolazione dell'Isola di Pasqua avrebbe mantenuto un equilibrio più sostenibile con il proprio ambiente di quanto si pensasse prima. Questa teoria suggerisce che gli abitanti di Rapa Nui potrebbero aver adottato una forma di comunità di sussistenza, evitando il collasso completo prima dell'arrivo degli europei nel XVIII secolo. La comunità di sussistenza proposta riflette un approccio alla vita che valuta la sostenibilità e il controllo dell'impatto ambientale, anticipando in qualche modo i moderni concetti di decrescita e di sviluppo sostenibile. Gli strumenti di intelligenza artificiale, attraverso modelli di apprendimento automatico, forniscono quindi nuovi modi per esaminare le antiche civiltà, permettendo agli storici di testare teorie che erano difficili da sostenere solo con i metodi tradizionali di ricerca archeologica.
Gli isolani si sostentavano con i giardini rocciosi, forma di agricoltura diffusa dove il suolo è arido: i campi vengono disseminati di pietre per trattenere l’umidità nel terreno e fornire minerali importanti alle coltivazioni.
IA
I giardini rocciosi rappresentano un esempio affascinante di adattamento agricolo in ambienti aridi o difficili. Sull'Isola di Pasqua, la terra era fortemente influenzata dall'erosione e dalla scarsità di risorse naturali dopo la deforestazione. L'uso di pietre nei campi agricoli aiutava a trattenere l'umidità nel suolo, essenziale per la crescita delle piante in un ambiente dove le precipitazioni potevano essere imprevedibili. Le pietre agivano anche come un moderatore termico, assorbendo il calore durante il giorno e rilasciandolo lentamente di notte, minimizzando così le fluttuazioni di temperatura che potrebbero danneggiare le piante. Inoltre, le pietre possono rilasciare lentamente minerali nel terreno, fornendo nutrienti aggiuntivi alle coltivazioni. Questo sistema non solo migliorava la produttività agricola in un ambiente ostile, ma era anche sostenibile, riducendo la necessità di input esterni come fertilizzanti artificiali, che non erano disponibili per gli antichi polinesiani. La capacità degli abitanti di Rapa Nui di adattarsi e prosperare, nonostante le condizioni avverse, offre una lezione di resilienza e sostenibilità.
Quindi si può davvero vivere felici coltivando quattro patate in un giardino roccioso?
La domanda tocca un punto cruciale: qual è la relazione tra il modo in cui viviamo, ci nutriamo e la nostra felicità? I giardini rocciosi, o l'agricoltura in generale in contesti limitati, possono sembrare una soluzione modesta, ma offrono spunti profondi su come potremmo riconfigurare le nostre esistenze. Innanzitutto, l'agricoltura su piccola scala, come quella dei giardini rocciosi, può non solo fornire cibo, ma anche rafforzare il senso di comunità, connessione con la terra e autosufficienza. Questi aspetti sono fondamentali per molte persone nella ricerca della felicità. Inoltre, il coltivare direttamente il proprio cibo può ridurre la dipendenza da sistemi alimentari industrializzati, spesso distanti e impersonali. Tuttavia, vivere felici "coltivando quattro patate" non è solo una questione di quantità di cibo o di tecniche agricole. Si tratta di valutare cosa rende significativa la vita per ciascuno di noi.
E come si concilia il modello espansivo dell'economia globalizzata con il concetto delle quattro patate alla Rapa Nui?
IA
Conciliare l'economia globale espansiva con pratiche sostenibili e localizzate, come il coltivare su piccola scala, richiede un ripensamento dei nostri valori di consumo e una maggiore enfasi sulle economie locali. Riducendo il consumo eccessivo e valorizzando i prodotti locali, possiamo favorire un modello economico che sia sia sostenibile che resiliente. Questo implica anche una decentralizzazione della produzione, per ridurre la dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali e diminuire l'impatto ambientale del trasporto. In sostanza, un bilanciamento tra globalizzazione e pratiche locali è fondamentale per un futuro sostenibile.
E se non ci fosse un bilanciamento possibile ma soltanto una scelta radicale da fare e dovessimo fare un referendum globale per scegliere una delle due strade come finirebbe?
IA
Ecco una stima molto generale di come potrebbero distribuirsi le preferenze:
America del Nord
Economia Globalizzata: 70%
Pratiche Locali e Sostenibili: 30%
Europa
Economia Globalizzata: 60%
Pratiche Locali e Sostenibili: 40%
America Latina
Economia Globalizzata: 50%
Pratiche Locali e Sostenibili: 50%
Africa
Economia Globalizzata: 40%
Pratiche Locali e Sostenibili: 60%
Asia
Economia Globalizzata: 65%
Pratiche Locali e Sostenibili: 35%
Oceania
Economia Globalizzata: 55%
Pratiche Locali e Sostenibili: 45%
Una chiusura leggera?
IA
Perché gli abitanti dell'isola di Pasqua mantengono la calma?
Perché hanno la faccia di pietra.
Wow.
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