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Un turismo sostenibile non solo è possibile: è necessario
Un turismo sostenibile non solo è possibile: è necessario
di Giovanni Franchini
14/02/2020
Un volo aereo potrà anche essere low cost per le nostre tasche, ma per l'ambiente ha un costo molto più alto e senza alcuna differenza con un volo regolare di linea. Ogni giorno, secondo Flight Radar, il sito che monitora il numero di voli giornalieri in tutto il pianeta, volano oltre duecentomila aerei nello spazio delle 24 ore e il costo in termini di inquinamento ambientale è salatissimo.
L'industria dei viaggi aerei genera oltre 600 milioni di tonnellate di Co2 e secondo la California Institute of Technology va oltre il 10% (altre fonti citano il 13%), sul totale dell'effetto serra, mentre il traffico aereo di un aeroporto come Fiumicino o Malpensa immette in un solo giorno nell'atmosfera gas inquinanti pari a 350 mila auto non catalizzate.
E tutto questo quasi soltanto per trasportare turisti, che compongono l'80% di tutti i viaggi in aereo. Una situazione non più sostenibile, al punto che anche le compagnie aeree pensano a possibili rimedi. EasyJet, leader in Europa, ha annunciato che presto sarà la prima compagnia a volare a impatto zero e già dall’anno scorso compensa le emissioni di anidride carbonica tramite appositi programmi a favore dell’ambiente (rimboschimento e la lotta alla deforestazione, produzione di energia da fonti rinnovabili e programmi di supporto alle comunità locali) di pari valore rispetto all’anidride carbonica prodotta.
E anche Ryanair ha introdotto una speciale “carbon tax” volontaria di 3 euro sui biglietti da investire in analoghi programmi per l’ambiente. Ma la compensazione dell’anidride carbonica è solo una misura tampone in attesa delle mosse dell’industria aeronautica. Ogni generazione di aeromobili consuma il 20% in meno di carburante, ma quello che dovrebbe ridurre drasticamente le emissioni è la prima generazione di aerei ibridi ed elettrici che nei laboratori di ricerca di Boeing che Airbus stanno cercando di approntare.
Intanto a terra le cose non vanno meglio. “Death tourism" è un’espressione coniata proprio per indicare la crescita incontrollata del turismo capace di uccidere l'equilibrio ambientale e l'identità di un luogo, che si verifica quando il numero di turisti supera quello dei residenti. Il turista, infatti, una volta giunto a destinazione continua a inquinare con le sue scelte di consumo. Anche se il trasporto resta il driver di inquinamento maggiore, la scelta del dove e come soggiornare ha il suo peso e l'hotel resta la scelta più inquinante.
Una singola notte in hotel produce 5.9 kg di Co2 e tra uno e due kg di rifiuti per ogni singolo turista, di solito abituato a conservare in vacanza lo stesso stile di vita che fa normalmente. Allo stesso modo il turismo in hotel brucia voracemente risorse: consuma molta acqua per idromassaggi, spa e piscine, e spesso si trovano in luoghi del mondo dove queste risorse sono scarse, contribuendo ad ulteriore depauperamento.
Per questo gli hotel nel prossimo futuro dovranno dimagrire. In conformità agli accordi di Kyoto il settore alberghiero dovrà ridurre le emissioni di Co2 del 66% entro il 2030, ma è poca cosa se si pensa che a livello globale il settore del turismo cresce del 3.9% annuo. I turisti dunque continueranno ad aumentare e per questo la scelta di un turismo sostenibile e circolare è diventato una necessità.
Viaggiare sostenibile è stata la frase più usata all’ultima BIT, la Borsa internazionale del turismo la settimana scorsa a Milano, assieme a “eco friendly” e “green”. Tutti gli operatori avevano in catalogo almeno uno o più viaggi sostenibili da proporre e le regioni italiane si sono fatte trovare pronte. Capofila la Valle d’Aosta con il suo progetto Alpine Green Experience che propone itinerari green da fare con auto elettriche ricaricabili che i turisti troveranno presso tutte le strutture alberghiere, mentre l’Adige Südtirol ha rilanciato con la sua rete di 32 Vitalpine Hotel certificati Ecolabel, 6 hotel certificati Biohotel e oltre 10 mila case vacanze CasaClima, 18 comuni certificati ComuneClima e i primi 5 bus ad idrogeno. Il nostro mare ancora resiste: Friuli, Liguria, Marche, Abruzzo, Toscana, Sicilia e Veneto hanno spiagge Bandiera Blu e Verde, hotel Ecolabel compatibili con aree protette e riserve naturali.
Continua a guadagnare posizioni anche il cicloturismo. L’Abruzzo, la regione più verde d’Italia, ha proposto i suoi itinerari “Abruzzo Bike Friendly” rete di strutture ricettive e di servizi per lo sviluppo dell’offerta cicloturistica, coniugando la mobilità dolce con la scoperta di luoghi, paesaggi e culture. Analogamente a “Marche Outdoor”, itinerari a impatto zero da fare in bike ed e-bike tra bellezze architettoniche e scenari paesaggistici di grande fascino. Le due ruote segnano avanzamenti significativi anche in Emilia Romagna.
Grazie a percorsi stradali adeguati per il cicloturismo e a consorzi di hotel specializzati nell’offerta cycling, parchi naturali e percorsi trekking consentono di scoprire la regione da un’altra prospettiva, mentre a Bologna è nata la prima velostazione d'Italia assieme alla cosiddetta Tangenziale delle Biciclette. Vanno forte anche i cammini, il turismo più slow in assoluto, con il Friuli Venezia Giulia con la rete Interreg Italia-Austria WalkArt - l’arte del cammino, con 8 itinerari sulle vie del pellegrinaggio.
Ma sono soprattutto gli hotel osservati speciali sotto la lente dell’ecoturismo e anche qui le sorprese green non mancano. Proprio alla Bit sono stati assegnati i Green Travel Award, gli oscar dell’ecoturismo assegnati dalla stampa turistica italiana. L’hotel più green d’Italia è l’Eco Ambient hotel Da Elda di Ledro, Trento, grazie alle camere realizzate con materiali naturali, al 95% dell’illuminazione interna ed esterna e a basso consumo, alle 2 vasche che raccolgono l’acqua piovana e la rimettono in circolo depurata e le più moderne tecnologie per il risparmio energetico e per ridurre al minimo la creazione di rifiuti. La struttura offre anche aree prive di copertura per cellulari.
Nella categoria Estero ha vinto Le Citizen di Parigi, grazie ai suoi fornitori a km zero di agricoltura biologica alla raccolta differenziata per i turisti che vengono sottoposti anche ad un apposito “corso di formazione”, rinunciando a qualsiasi tipo di imballaggio, e dove non possibile, con imballaggio biodegradabile, e piuttosto che sprecare carta, l’hotel mette a disposizione di ogni cliente un iPad per ordinazioni e comunicazioni. Segnali sempre più confortanti dagli hotel, in attesa di inventare aerei sostenibili.
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