VIVA il vino sostenibile. La Cantina Settecani ottiene per la seconda volta la certificazione ambientale del Mipaaf

02/09/2020

Con il suo Pignoletto dop la Cantina Settecani di Castelvetro, che aderisce a Confcooperative Modena, ottiene per la seconda volta la certificazione VIVA (Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente), il progetto promosso nel 2011 dal Ministero dell'Ambiente per migliorare le performances di sostenibilità della filiera vite-vino a partire dai quattro indicatori Aria, Acqua, Vigneto e Territorio. Quello del Pignoletto è il secondo riconoscimento per la Cantina Settecani, che aveva ricevuto nel 2016 l'etichetta VIVA  per il “7 Bolle Lambrusco Grasparossa di Castelvetro dop”, vinificato con metodi tradizionali e uve provenienti dai vigneti dei soci.

“Siamo impegnati ormai da sei anni in questo percorso volontario che misura l’impatto ambientale della nostra produzione attraverso quattro indicatori: aria, acqua, territorio e vigneto – dichiara il presidente della Cantina Settecani Paolo Martinelli –. Inoltre, una parte sempre maggiore dei nostri soci privilegia l'acquisto di materie prime locali, la coltivazione di uve di collina, l'utilizzo di acqua piovana e l'adozione di buone pratiche agricole. Lo scopo è produrre un vino che non nuoce in alcun modo al territorio”.
Un progetto che coinvolge l’intera filiera, grazie alla riduzione dell’impatto ambientale in tutte le sue dimensioni, dall’uso efficiente delle risorse energetiche, alla scelta di imballaggi più sostenibili, alla tutela della sicurezza dei lavoratori. 

 “Aderendo al progetto Viva pensiamo di ottenere vantaggi economici e di immagine – spiega Martinelli-. I valori ambientali associati a un prodotto, infatti, aiutano la competitività nel mercato nazionale e, soprattutto, internazionale. Inoltre le misure per la riduzione di gas serra e dei consumi idrici prevedono interventi di efficienza energetica e rinnovamento tecnologico in grado di attenuare non solo l’impatto dell’azienda vitivinicola sull’ambiente, ma anche di abbassare i costi di produzione e lo spreco di risorse. Il lavoro svolto, verificato da un ente terzo indipendente, viene riconosciuto dalla distribuzione e dai consumatori, permettendo, oltre all’accesso a incentivi e bandi, di concorrere su mercati esteri molto attenti alle questioni ambientali.” 
 
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